Giò Marconi ha il piacere di annunciare la quarta mostra personale in galleria dell’artista di Francoforte Tobias Rehberger (n. 1966 in Esslingen, Germany). Uno dei più importanti artisti tedeschi della sua generazione, Rehberger travalica costantemente i confini tra pittura, scultura, design, architettura, arte concettuale. Le sue sculture, i suoi ambienti e le sue installazioni ruotano principalmente attorno al concetto di trasformazione ed esplorano ininterrottamente i confini tra funzione ed estetica.
Da Giò Marconi l’artista sorprende con la scelta dei lavori: in mostra all’interno della galleria più di 30 lavori su carta di vario formato. I disegni risalgono a diversi periodi componendo così una mini retrospettiva su carta. Le opere in mostra includono acquerelli, stampe, disegni a matita e pastello. Alcuni lavori sono studi per i progetti di maggiori dimensioni e per le installazioni ambientali per cui l’artista è riconosciuto e che gli sono valse nel 2009 il Leone d’Oro alla 53esima Biennale di Venezia. Altri sono opere compiute e lavori autonomi. Anche se il suo lavoro su carta è inizialmente difficile da allineare a quello scultoreo, rientra senza timore in una produzione in cui non vi sono gerarchie.
C’è un tocco di humor nel titolo che Rehberger dà alla mostra Tous pour les femmes – un’affermazione di eterno femminile. I disegni sono in una certa misura eccessivamente ironici e a volte superano il limite del politicamente corretto: “Prejudices against white males (15)” mostra un pollo cotto disposto su un piatto con gli arti inferiori piegati e quelli superiori incrociati, molto somigliante all’immagine di una donna abbronzata senza testa che sta riposando.
Altri disegni giocano apertamente con stereotipi e pregiudizi politici, razziali, sessuali: la ragazza con il lato b prorompente su cui tiene in equilibrio dei biscotti e un bicchiere di latte, un uomo che controlla in contenuto dei pantaloni di un altro uomo; le componenti di una girl band completamente nude incarnando il sogno proibito di ogni uomo.
“Mehr Russen, Kongolesen, Syrer, Pariser und Amerikaner, die schon mal besser aussahen” è una serie di acquerelli che presenta i popoli di tutta Europa con i loro costumi tradizionali. Come accade frequentemente con Rehberger, l’artista fa giochi di parole con i titoli e si serve del linguaggio in maniera arguta. Il suo approccio ironico alla lingua emerge anche in “Sam in Car” tratto da una famosa pubblicità della Daihatsu. L’acquerello rappresenta un mini van pieno zeppo di donne e il testo ironico “Picks up six times more women than a Lamborghini”/ “Prende 6 volte più donne di una Lamborghini”. Non sono necessarie ulteriori spiegazioni.
Oltre al grande numero di opere su carta, Rehberger ha anche prodotto due vivaci insegne neon che sembrano dare informazioni conflittuali. Una scritta lampeggiante “Tous pour les femmes” insieme all’immagine del pugno alzato – reminescenza simbolica del movimento femminista degli anni 70 – dà il benvenuto ai visitatori che fanno il loro ingresso nel cortile della galleria.
Il neon luminoso alterna le scritte “Tous pour les femmes” e “RES-TO” – che può essere letta sia come resto/spoglia/rimanenza sia come prima persona singolare del verbo restare – io resto, io rimango. Una freccia gialla indica la strada per l’ingresso in galleria.
All’interno, all’ingresso della galleria, il visitatore è accolto da una seconda insegna neon: una scritta intermittente “What else?” si trasforma in “S-WE-AT” invitando il pubblico a proseguire nel percorso espositivo ed entrare nel mondo su carta di Rehberger
L’artista
Professore sin dal 2001 alla Frankfurt’s Städelschule, la stessa scuola che ha frequentato dal 1987 al 1993 nonché una delle accademie più importanti di tutta Europa, Rehberger prende parte alla sua prima mostra nel 1992. Da allora, ha avuto mostre personali nei seguenti musei e fondazioni: Schirn Kunsthalle, Francoforte (2014); MACRO Museum, Roma (2014); Stedelijk Museum, Amsterdam (2008); Museum Ludwig, Colonia (2008); Fondazione Prada, Milano (2007); Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid (2005); Whitechapel Gallery, Londra (2004); Palais de Tokyo, Parigi (2002).