La nave più famosa nel mondo sia nel bene che nel male. Il Titanic è simbolo di racconti incredibili ma la vera storia è tutta da scoprire ed anche protagonista del ritorno in TV di Alberto Angela con Ulisse, il piacere della scoperta.
Titanic, il racconto di Alberto Angela nel ritorno di Ulisse
A centodieci anni di distanza dal suo affondamento, Alberto Angela ci ha accompagnato nei luoghi che hanno segnato le vicende del Titanic, un gioiello della tecnica ritenuto “inaffondabile”, naufragato nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912.
La prima tappa è stata in Groenlandia, oltre il Circolo Polare Artico, tra i maestosi ghiacciai della Baia di Disko, dove, secondo gli esperti si sarebbe formato il grande iceberg che affondò il Titanic. E’ stata poi la volta di Belfast, in Irlanda del Nord, nei cantieri dove la grande nave è stata costruita.
Altra tappa è stata quella di Southampton, nel sud dell’Inghilterra, da dove il transatlantico è partito per il suo viaggio inaugurale verso New York. Alberto Angela ha raccontato quello che accadde dopo il naufragio: dalla ricerca dei corpi dei dispersi, alle inchieste ufficiali, fino al difficile ritrovamento del relitto, situato a tremila e ottocento metri di profondità.
Titanic, la nave inaffondabile
Una nave simbolo di “gerarchia sociale” ma soprattutto di maestosità. Il Titanic era, già dai numeri, una costruzione incredibile:
- Altezza: 53 metri
- Lunghezza: 269 metri
- Costo: 7,5 milioni di dollari
- Peso: 46.394 tonnellate
- Velocità; 43 km/h
Insomma, parliamo della nave più grande, pesante e costosa mai realizzata fino a quel momento. Nel suo viaggio inaugurale (che, tragicamente, sarà anche l’ultimo) da Southampton alla Grande Mela, erano imbarcate 2.224 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Ne sopravvivranno 710. Com’è noto, a bordo il rispetto della gerarchia sociale era rigidamente garantito, con la prima classe a occupare la parte superiore della nave. Più di “scende” più si abbassa la “classe sociale” delle persone a bordo, in una sorta di “gerarchia” ma realmente visibile.
14 aprile 1912
Quella tragica sera non c’era la luna in cielo. Al ristorante di prima classe del Titanic era stata servita una cena di dieci portate, dalle ostriche fino al gelato. Una serata all’insegna della musica in attesa di superare una zona di calma piatta ma ben presto la situazione di serenità verrà rovinata.
Siamo nel mezzo del Oceano Atlantico, a 600 chilometri ad est di Terranova. L’impatto si ebbe alle 23.40. Due ore e 40 minuti più tardi il transatlantico si inabissò nell’oceano. 160 minuti per una delle più grandi tragedie della storia navale.
Scialuppe e superstiti
Furono solo 710 le persone che sopravvissero alla tragedia del Titanic. Emerse anche un aspetto importante della nave ovvero le scialuppe. I più importanti mezzi di salvataggio per le persone all’interno della nave non erano abbastanza per garantire la sicurezza visto che potevano contenere poco meno della metà dei passeggeri a bordo della nave.
Chi non riuscì ad entrare su una scialuppa si lanciò nell’oceano con i giubbotti salvagente addosso. Centinaia di persone, quindi, finirono nelle acque gelide dell’Atlantico ma morirono assiderate in pochi minuti. Alla fine solo una quarantina di persone furono recuperate ma soprattutto salvate.
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