È uscito “The eclectic beating – Contemporary music for chitarra battente”, primo disco da solista (ascolta qui) di Marcello De Carolis, pubblicato dall’etichetta Da Vinci Classics, che raccoglie il lavoro fatto in questi ultimi anni dal chitarrista lucano per la chitarra battente solista: “con questo disco assistiamo alla nascita, non di un nuovo strumento, ma di una sua rigenerazione che salda un passato remoto e “orale” a un presente vivo e garantito dalla scrittura.”, scrive il Maestro Angelo Gilardino nelle note di copertina.
L’album, il cui titolo è stato scelto dallo stesso De Carolis con il fondatore, Presidente e direttore artistico della Da Vinci Publishing Edmondo Filippini, è eterogeneo e vuole rappresentare le diverse sfaccettature della Chitarra Battente moderna. Così si passa dalla musica colta di Angelo Gilardino, il primo compositore colto che abbia mai composto per chitarra battente, passando dalle musiche di Francesco Loccisano, l’innovatore della chitarra battente che ha creato uno stile del tutto personale che ha rivoluzionato il suono della chitarra battente solista, fino ad arrivare al jazz con una trascrizione di Marcello De Carolis di Spain di Chick Corea.
Il disco apre con quattro movimenti del concerto di Matera di Angelo Gilardino: il primo èl’Andante molto calmo, primo brano di musica colta perchitarra battentecon orchestra. L’intero concerto è stato registrato presso l’Abbey Rocchi studios di Roma con l’ensemble diretto dal maestro Tonino Battista. Il secondo movimento è l’Adagio: il tema struggente esposto all’inizio dal fagotto viene sviluppato in maniera magistrale durante tutto l’adagio. Il successivo è l’Allegrettoe il suo caratteristico 7/8. L’ultimo movimento è il Vivo e capriccioso un brano che espone tutte le peculiarità ritmiche e melodiche pungenti della chitarra battente; La quinta traccia è Albero solitario di Angelo Gilardino. Il brano, registrato da Marcello De Carolis insieme a Luca Fabrizio (con cui ha fondato il duo Cordaminazioni nel 2015) segna un passaggio chiave della chitarra battente, infatti è il primo brano colto composto perchitarra battente.
Dalla sesta traccia si svela un nuovo volto della chitarra battente. Infatti, con la composizione Clizia il disco si apre alla dolcezza della musica di Francesco Loccisano, maestro di Marcello De Carolis ed ora suo collaboratore (insieme hanno inciso il disco da poco “Venti” per due chitarre battenti prodotto dall’etichetta italysona): il Maestro Loccisanoha creato un suo stile del tutto personale che ha dato una nuova voce alla chitarra battente portandola ad essere anche strumento oggetto di studio presso i conservatori di musica. Argento, traccia numero sette, è un’altra composizione di Francesco Loccisano.
Qui la dolcezza di Clizia lascia spazio all’animo argentato e ritmico dello strumento a 10 corde che trova, nell’uku Bass di Luca Fabrizio e nel cajon di Luciano Brancati, due compagni di musica fedeli ed importanti. La traccia numero otto è una trascrizioneper chitarra battente di Spaindi Chick Corea fatta da Marcello De Carolis: in questo brano la chitarra battente si apre anche al magico mondo del Jazz. Qui oltre all’uku Bass di Luca Fabrizio e al Cajon di Luciano Brancati, c’è anche il flauto traverso di Domenico Picciani, grande flautista che aggiunge un tocco di flamenco alla grande contaminazione di Chick Corea. L’album chiude con Gocce. Si tratta di una composizionedi Marcello De Carolis che esprime una sua visione un po’ “distorta” della chitarra battente. Infatti, in un tempo dispari si muovecon semplici melodie che portanoad uno sviluppo ritmico che richiamala matrice popolare della chitarra battente.
Le note di copertina sono a cura del Maestro Angelo Gilardino, qui un estratto: “Il programma di questo Cd riflette fedelmente il progetto avviato alcuni fa anni da Marcello De Carolis, giovane virtuoso di chitarra classica Attratto della cultura popolare della sua regione di nascita, la Lucania, non ha dovuto percorrere lunghe distanze per scoprire il suono della chitarra battente ed entusiasmarsene. Strumento identificato con la musica delle feste di paese, sia nei canti sia nelle danze, la chitarra battente – non meno calabrese che lucana – affonda le sue radici in un’antichità in cui storia e mito si confondono, e anche quando i documenti sono in grado di offrirci notizie precise circa i liutai che se ne occupavano – quali i leggendari maestri della dinastia De Bonis di Bisignano, l’identità musicale di questo strumento resta circonfusa da un’aura mitica. Del tutto priva di repertoriocolto, non fuperò soltanto uno strumento del popolo, e anzi certi esemplari sopravvissuti, risalenti al secolo scorso, ostentano lavorazioni pregevolissime: ma di musica scritta, non si conosce nulla…In conclusione, assistiamo in questo disco alla nascita, non di un nuovo strumento, ma di una sua rigenerazione che salda un passato remoto e “orale” a un presente vivo e garantito dalla scrittura. Chissà che cosa ha in serbo il futuro per la chitarra delle fiere e dei rudi baccanali campestri del meridione d’Italia…”