Alieno nel suo significato originario è “altro da noi”, in quanto incompatibile nella differenza. Elogio della marginalità, inteso come diversità di approccio con la realtà contingente. E’ la materia su cui si fonda lo spettacolo The Aliens di Khora Teatro/Pierfrancesco Pisani, per la regia di Silvio Peroni su drammaturgia di Annie Barker, classe 1981 e premio Pulitzer.
Apparentemente oziosi eppure, in realtà, con le menti in movimento, i protagonisti, qui interpretati da Giovanni Arezzo, Jacopo Venturiero e Francesco Russo, non partecipano al movimento del mondo che li circonda. Non conformi agli affanni della società i personaggi decidono di non decidere, non agire con il corpo, ma di esplorare territori dai contorni indefiniti, libere terre di sogno e poesia. Un’esortazione a osservare gli oggetti della coscienza nell’astrazione dalla realtà. Un’altra coscienza è possibile.
“KJ e Jasper sembrano esercitare un piccolo sforzo per muoversi attraverso la vita. Non c’è niente che sappia motivarli. Siedono su una panchina o su vecchie sedie nel retro di un bar… parlano di musica, di filosofia e di Charles Bukowski, padre del realismo sporco. Come Bukowski, pensano alla scrittura, all’alcol, ai rapporti con le donne e alla fatica del lavoro. KJ scarabocchia periodicamente idee per un libro… Hanno formato una band, non potendo accordarsi su un nome, pensano di aver risolto la loro diatriba chiamandola The Aliens, ma è ancora una volta una decisione non portata a compimento. Sono ‘alieni’ nel senso dell’essere ‘alienati’. Poi nel loro privato entra Evan, un giovane timido, sessualmente inattivo, fuori dal mondo, un soggetto per così dire naif, ancora smarrito nell’alone di un’insuperata ‘angoscia adolescenziale’“.