Test facoltà di medicina: dobbiamo dirgli addio? A quanto pare sì mentre per l’abolizione del numero chiuso siamo ancora lontani. Il Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato ha approvato, infatti, il testo base della riforma per l’accesso alla facoltà di medicina. I primi provvedimenti saranno adottati il prossimo anno dopo l’approvazione del testo da parte della Camera e del Governo.
Test facoltà di medicina: come funzionerà l’accesso al corso di studi
Quali sono le novità introdotte dal testo della riforma? La prima è sicuramente l’abolizione del test d’ingresso ovvero del quiz a risposta multipla. I giovani potranno iscriversi alla facoltà di medicina senza alcuna restrizione. Gli studenti seguiranno il primo semestre di lezioni che riguarderanno sia le materie professionalizzanti che quelle propedeutiche. Al termine del semestre dovranno sostenere gli esami relativi ai corsi svolti che faranno maturare i crediti formativi e affrontare un test. I risultati degli esami e del test daranno vita a una graduatoria nazionale di merito che darà l’accesso al secondo semestre. Chi avrà accesso al secondo semestre potrà proseguire l’intero corso di studi fino alla laurea.
Le alternative alla facoltà di medicina
Per gli studenti che non superano questa fase iniziale del corso di studi, e che quindi non avranno accesso al secondo semestre, avranno diverse opzioni. La prima è quella di accedere ad altre facoltà sempre dell’area biomedica e sanitaria. Potranno eseguire il passaggio, per esempio, a facoltà come Veterinaria o Scienze farmaceutiche che riconosceranno gli esami sostenuti al primo semestre della facoltà di medicina.
La seconda è sperare in un ripescaggio a giugno per riempire eventuali posti vacanti o ritentare il test in un secondo momento. Ci sarà, infine, la possibilità di cambiare completamente facoltà.
Luci e ombre della riforma
L’abolizione del quiz iniziale a risposta multipla è senza dubbio una buona notizia. Il test, così concepito, non aveva alcuna adesione al corso di studi. Tuttavia la riforma annunciata presenta al momento diversi lati bui. Mancano i criteri di uniformità dei crediti. Inoltre, il superamento da parte degli studenti dello sbarramento, secondo il testo approvato, sarà coerente “con il fabbisogno di professionisti determinato dal sistema sanitario nazionale”. Infatti “dovranno essere individuate le modalità per rendere sostenibile il numero complessivo di iscrizioni al secondo semestre anche attraverso il potenziamento delle capacità ricettive delle università, nel rispetto di standard innovativi relativi alla qualità della formazione”.
La riforma vuole superare il grosso problema della mancanza di medici ma senza rinunciare a dare un freno agli accessi che potrebbero finire per produrre una folta schiera di disoccupati.
Il testo approvato al Senato, dicevamo, approderà alla Camera per poi avere il vaglio del Governo. Le nuove modalità di accesso, quindi, saranno valide probabilmente a partire dall’anno accademico 2025-2026. Tutto uguale, quindi, per quest’anno che vedrà gli aspiranti studenti di medicina affrontare il quiz in presenza e su formato cartaceo. Le date stabilite per il test sono 28 maggio e 30 luglio.
In copertina foto di Sasin Tipchai da Pixabay