Test Covid: mentre assistiamo a un’ulteriore risalita dei contagi arriva una nuova tipologia di tampone rapido. Un nuovo tipo di test, detto COI, che si aggiunge agli oltre 500 approvati dall’Unione europea e che sembra dare qualche informazione in più.
Test Covid: cos’è il tampone COI
La dicitura COI non è altro che l’abbreviazione dell’espressione Cut Off Index che in italiano vuol dire indice soglia. E’ detto così perché il risultato che fornisce non si evidenzia con le barre colorate come accade per gli altri test ma attraverso dei numeri che rappresentano, appunto, la soglia:
- se il risultato dà un numero inferiore a 1 è da ritenersi negativo, per valori superiori, invece, è da ritenersi positivo;
- il metodo di prelievo è uguale agli altri test, saliva e mucosa nasale;
- a contatto con il reagente produce una fascia fluorescente;
- la diversa intensità della fluorescenza è abbinata a un numero e rende conto dell’intensità del virus, la cosiddetta carica virale.
Carica virale e previsione sintomi
L’approvazione del tampone rapido COI è stata salutata con grande entusiasmo poiché sembrerebbe dare maggiori informazioni rispetto agli altri test anti Covid. Gli esperti, però, hanno subito frenato questi entusiasmi rilevando tutti i limiti del COI. Prima di tutto, la scala di valori per indicare l’intensità della fluorescenza non è univoca ma ogni laboratorio stabilirà la sua. A tale intensità non corrisponderà in maniera così precisa la determinazione della carica virale e tanto meno dei sintomi. Le prime informazioni sul test, infatti, davano la possibilità di prevedere, in base all’intensità, anche i sintomi che il positivo avrebbe accusato. La variante Omicron 5, invece, ha nuovamente sparigliato le carte sul tavolo: sono molteplici i casi in cui per chi contrae il virus arrivano prima i sintomi e dopo qualche giorno la positività. Il dettaglio interessante del tampone COI è che il risultato non è visibile a occhio nudo ma con l’ausilio di un macchinario. Ciò potrebbe mettere un freno al ricorso ai test rapidi fai da te.
L’ondata estiva dei contagi
Test, cioè, fatti nella privacy della propria abitazione e quasi mai comunicati alle istituzioni locali preposte. Dicevamo che la variante attualmente in circolazione ha cambiato quelli che erano gli standard ai quali eravamo abituati. Uno di questi era la pressoché totale scomparsa del virus con il risalire delle temperature e l’arrivo dell’estate. A differenza degli anni scorsi, nei quali l’estate ci ha dato una certa tregua, quest’anno assistiamo a una nuova impennata dei contagi, quasi una nuova ondata, proprio nella bella stagione. Un’ondata che non riusciamo a quantificare con precisione proprio per il ricorso ai tamponi fai da te e non comunicati all’Asl. Il bollettino Covid di ieri, 11 luglio, dava 37.756 nuovi positivi: una percentuale di positivi del 20,07% calcolata su un totale di 188.153 tamponi effettuati. Tamponi, cioè, effettuati in farmacia o presso laboratori e regolarmente registrati. Si calcola, invece, che in giro ci sia un numero uguale di persone infettate ma che non ha comunicato la sua positività.
In copertina foto di lukasmilan da Pixabay