E’ in corso di svolgimento a Caserta la formazione dei quadri dirigenti del terzo settore del sud è al primo appuntamento intensivo della nuova annualità, che si concluderà domenica 15 novembre. Un programma didattico intenso ma di indubbia utilità, come hanno ben compreso i circa 400 partecipanti, molti dei quali giovani. Tra questi ci sono anche una ventina di dirigenti Uisp e nel programma di sabato 14 novembre si parlerà anche di sport sociale e per tutti. Un bel successo per l’Uisp quello di aver sempre creduto nel valore sociale dello sport da proporre al terzo settore sotto forma di progettazione, comunicazione, attività. Una sfida culturale che sta dando i suoi frutti anche grazie al lavoro nel tavolo del Forum del terzo settore, al livello nazionale e ai livelli regionali.
Il programma didattico si è dimostrato molto vario e convincente, a partire dalla giornata di apertura, quella di giovedì 10 novembre nella quale le relazioni di Andrea Volterrani, uno degli ideatori dell’intero programma di Fqts2020, e di Emilio Vergani hanno tracciato una robusta direzione concettuale, intorno agli assi del valore sociale del terzo settore e delle ‘visioni’ delle quali è portatore.
‘Avere visioni vuol dire darsi un orizzonte – ha detto Vergani, autore di ‘Costruire visioni’, Exorma editore, Roma 2012 – Che cosa significa lavorare per progetti? Si tratta di strumenti per far lavorare la propria organizzazione. E’ un modo. Un altro modo è quello di lavorare per obiettivi. In entrambi questi casi ci si concentra sul fare e sul risultato. Questo è il paradigma del fare’.
‘C’è poi un altro paradigma che si concentra sull’agire, ovvero su un orizzonte più ampio che è la visione. La visione non è un punto di vista di uno solo ma un orizzonte ampio con tanti e infiniti punti di vista. Non è neanche l’utopia, lo sguardo ossessivo di qualcuno, di un leader.
Alcuni esempi di visionari nel nostro Paese? Ecco qualche nome: Basaglia, don Milani, Olivetti, Danilo Dolci…ovvero ci sono altri modi di fare psichiatria, educazione, industria. Anche Papa Francesco è un visionario. Qual è la visione del terzo settore? Un orizzonte più ampio sul quale costruire il futuro. Visione è guadagnare senso del possibile, del quale siamo stati espropriati. Spesso siamo schiacciati dalla scarsità di risorse e rinunciamo’.
Volterrani è partito dal valore sociale del terzo settore. Che cos’è? ‘C’è stata un’epoca, quella degli anni ’90, nella quale in primo piano c’era il tema del valore economico del terzo settore. Da allora si è creata una certa confusione tra valore sociale e valutazione dell’impatto sociale’.
‘Il terzo settore ha tante componenti – ha proseguito Volterrani – ciò che ci contraddistingue è il porgersi la domanda: esistiamo in funzione delle attività e dei servizi che eroghiamo? E se smettessimo le attività, continueremmo ad avere un ruolo per il solo fatto di esistere? Quello che rimane al netto delle attività è il valore sociale, ovvero partecipazione, democrazia, condividere una visione con altri’.
Quindi il terzo settore è portatore di democrazia, partecipazione, coesione sociale. E in questo caso, quando questi valori sociali vengono esercitati nella realtà, nel quotidiano, sul territorio e non solo sulla carta, il terzo settore può vantare questo valore sociale che altre strutture, come istituzioni e imprese, non hanno. Ed in virtù di questo può vantare un ‘valore’ sociale, relazioni, partecipazione, democrazia, per il fatto stesso di esistere.