Grazie al film di Matteo Garrone (Il racconto dei racconti), il capolavoro di Giambattista Basile è tornato a interessare il grande pubblico, confermandosi un’opera straordinaria. Il Cunto de li cunti è infatti al tempo stesso la prima raccolta occidentale di fiabe (che ha influenzato profondamente i fratelli Grimm), un’affermazione prodigiosa delle possibilità espressive del dialetto napoletano e uno dei misteri più inquietanti della letteratura di tutto il mondo.
L’Università di Napoli Federico II propone quest’anno cinque incontri dedicati a singoli racconti di Basile, che culmineranno nella lettura dal vivo dei testi originali.
Francesco Montuori, professore di Linguistica italiana presso l’Ateneo federiciano, è il protagonista della “terza iornata” del capolavoro di Basile. L’incontro, inserito nella rassegna di F2 Cultura, si terrà nell’Aula Magna Piovani del Dipartimento Studi Umanistici in via Porta di Massa, 1.
«Aggione semmentato speranze e mo recoglio caciocavalle!?»: nel Cunto de li cunti la lingua napoletana esplode. Basile infatti non si limita a trarre dal popolo della capitale espressioni, giri di frase e umori linguistici, ma su questa base inventa di suo, dando vita a un corpo stilistico di primissimo livello. Francesco Montuori, storico della lingua ed esperto conoscitore della cultura napoletana antica e moderna, introduce alla lettura della III jornata del capolavoro seicentesco entrando direttamente nelle pieghe e nei muscoli dell’opera.