Amnesty International ha raccolto nuove testimonianze di civili che vivono all’interno delle città siriane sotto assedio. Raccontano i disperati tentativi di alimentarsi durante l’inverno ed evidenziano quanto sia indispensabile che gli aiuti umanitari raggiungano senza ostacoli tutti coloro che ne hanno bisogno e che si rimuova ogni assedio alle popolazioni civili in tutto il paese.
Amnesty International ha parlato con alcuni abitanti di Medaya, nella provincia di Damasco, e ha raccolto nuove testimonianze da al-Fouaa e Kefraya, nella provincia di Idlib. I residenti alla fame hanno descritto come stiano sopravvivendo nutrendosi di foglie e acqua bollita. Dopo un accordo cui ha preso parte il governo siriano, raggiunto il 7 gennaio, gli aiuti hanno iniziato ad arrivare.
‘Queste terribili testimonianze di persone affamate rappresentano solo la punta dell’iceberg. I siriani soffrono e muoiono in tutto il paese, perché la fame è usata come arma di guerra sia dal governo siriano che dai gruppi armati. Continuando ad assediare le aree civili consentendo solo sporadicamente l’arrivo degli aiuti umanitari sta facendo esplodere una crisi umanitaria in cui si gioca con la vita di migliaia di persone’ – ha dichiarato Philip Luther, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
‘Affamare le popolazioni civili come strategia bellica è un crimine di guerra. Tutte le parti che stanno assediando aree civili devono smetterla d’impedire l’accesso degli aiuti umanitari e consentire il loro ingresso senza ostacoli’ – ha aggiunto Luther.
Le Nazioni Unite stimano che circa 400.000 persone stiano sopravvivendo in assenza di aiuti vitali in 15 località sotto assedio in tutta la Siria.
Il Consiglio di sicurezza ha adottato due risoluzioni in cui chiede a tutte le parti coinvolte nel conflitto di cessare gli assedi e consentire l’ingresso degli aiuti umanitari. Finora, nessuno ha applicare queste risoluzioni per alleviare la sofferenza della popolazione civile siriana.