Tante le terre, i beni, primari e di lusso che in tante azioni a contrasto delle associazioni malavitose sono acquisite dallo Stato ma pochissime sono quelle che consocono una nuova vita e vengono rimesse nella fruibilità di chi – onestamente – le fa rinascere e divenire produttive per se stessi e la comunità.
Una di queste esperienze l’ha voluta portare avanti la Fondazione Polis, unitamente anche alla Regione Campania, che promuove appunto le buone prassi di riuso dei beni confiscati alla camorra.
Il progetto, la cui iniziativa di lancio si è svolta presso la Bottega dei Sapori e dei Saperi della Legalità di Libera, prevede la degustazione dei prodotti provenienti dai terreni sottratti ai clan e si svilupperà attraverso appuntamenti a cadenza settimanale fino alle prossime festività natalizie.
In occasione del primo incontro sono stati degustati i prodotti realizzati dalla cooperativa EVA, che ha sede in un bene confiscato alla camorra a Casal di Principe.
Ecco, quindi, che sinergicamente istitutzioni pubbliche e associanismo privato ripropongono quello che in effetti è un vero “miracolo laico”, già ricordiamo l’esperienze di “le terre di don Peppe Diana” che ha fatto da battistrada ed ora questa nuova iniziativa il cui unico messaggio – oltre quello strettamente economico- è: senza la camorra si può. Si può vivere e ci si può riappropriare del territorio.