È di nuovo allarme Terra dei fuochi: in questi ultimi giorni si sono tenuti degli importanti incontri tra le istituzioni per fare chiarezza e stilare un programma dettagliato di interventi, allo scopo di recuperare una delle zone agricole più produttive del bel paese
Tutti gli organi competenti hanno dato il via ad un piano di riqualificazione, che per ora rimane ancora sulla carta, ma che si spera a breve possa concretizzarsi. Tale piano è il prodotto di un incontro tenutosi il 24 luglio nella Prefettura di Napoli. La riunione ha dato i suoi frutti e ha dato vita ad un piano che si articolo in sette punti e che dovrebbe finalmente risolvere una situazione particolarmente spinosa dal punto di vista ambientale e sanitario.
L’incontro ha stabilito come l’attività quotidiana di sversamento, svolto in regime di evasione fiscale, abbia distrutto il tessuto socio-economico non solo della Terra dei Fuochi, ma dell’intera Campania. Si è chiarito che il problema non è rappresentato dallo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che pure non sono facilmente smaltibili, ma dell’enorme quantità di rifiuti speciali quasi tutti non campani, tombati sottoterra.
La riunione della Cabina di regia del Patto per la Terra dei Fuochi, presieduta da Donato Cafagna, ha fatto il punto della situazione. Dall’inizio di aprile in poi, sono 48 le persone fermate dai 100 militari presenti nella zona perché colte in flagranza di reato nei 57 comuni che hanno aderito al Patto. Il dibattito ha prodotto un documento, diviso in 7 punti, che sarà il punto di partenza per una più efficace gestione della situazione.
1. La Regione Campania si impegna a rispettare la normativa statale vigente per favorire la lotta all’illegalità nello smaltimento dei rifiuti con progetti speciali di emersione ambientale.
2. Progetti comunali volti a sensibilizzare i cittadini per un corretto smaltimento dei rifiuti.
3. Miglioramento delle condizioni socio-sanitarie presso i campi nomadi.
4. Sblocco dei 7 milioni di fondi messi a disposizione dalla Regione Campania per i comuni che hanno aderito al Patto per la Terra dei Fuochi. Questi fondi rientrano fanno parte delle risorse stanziate dall’Accordo di Programma Quadro messo a punto da i dicasteri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico per la rimozione e la bonifica dei terreni inquinati.
5. Sottoscrizione di un atto aggiuntivo che include i 31 comuni inseriti nel monitoraggio agro-ambientale nel Patto per la Terra dei Fuochi.
6. Particolare riguardo per il monitoraggio e tutela ambientale verso i siti che presentano un forte interesse storico e culturale.
7. Creazione di un gruppo regionale, formato da associazioni e Ministero dell’Interno che operi seguendo pedissequamente la legge regionale del 9 dicembre 2013 numero 20.
La sinergia tra enti, associazioni, Regione e Ministeri è un passaggio obbligato. Questo attivismo sfociato nella creazione del documento stilato lo scorso 24 luglio è il primo passo verso una riqualifica e una completa bonifica di un territorio esposto per troppo tempo alla Camorra e all’illegalità. Questa sinergia è stata ulteriormente avvalorata da un incontro che ha visto come protagonisti il Ministro dell’Ambiente Luca Galletti e il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Tale incontro ha definitivamente segnato il passaggio del coordinamento operativo per la tutela ambientale delle Terra dei Fuochi nelle mani del Corpo Forestale dello Stato così da rafforzare i controlli ed essere più presente sul territorio.
Tutti gli organi competenti hanno dato il via ad un piano di riqualificazione, che per ora rimane ancora sulla carta, ma che si spera a breve possa concretizzarsi. Tale piano è il prodotto di un incontro tenutosi il 24 luglio nella Prefettura di Napoli. La riunione ha dato i suoi frutti e ha dato vita ad un piano che si articolo in sette punti e che dovrebbe finalmente risolvere una situazione particolarmente spinosa dal punto di vista ambientale e sanitario.
L’incontro ha stabilito come l’attività quotidiana di sversamento, svolto in regime di evasione fiscale, abbia distrutto il tessuto socio-economico non solo della Terra dei Fuochi, ma dell’intera Campania. Si è chiarito che il problema non è rappresentato dallo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che pure non sono facilmente smaltibili, ma dell’enorme quantità di rifiuti speciali quasi tutti non campani, tombati sottoterra.
La riunione della Cabina di regia del Patto per la Terra dei Fuochi, presieduta da Donato Cafagna, ha fatto il punto della situazione. Dall’inizio di aprile in poi, sono 48 le persone fermate dai 100 militari presenti nella zona perché colte in flagranza di reato nei 57 comuni che hanno aderito al Patto. Il dibattito ha prodotto un documento, diviso in 7 punti, che sarà il punto di partenza per una più efficace gestione della situazione.
1. La Regione Campania si impegna a rispettare la normativa statale vigente per favorire la lotta all’illegalità nello smaltimento dei rifiuti con progetti speciali di emersione ambientale.
2. Progetti comunali volti a sensibilizzare i cittadini per un corretto smaltimento dei rifiuti.
3. Miglioramento delle condizioni socio-sanitarie presso i campi nomadi.
4. Sblocco dei 7 milioni di fondi messi a disposizione dalla Regione Campania per i comuni che hanno aderito al Patto per la Terra dei Fuochi. Questi fondi rientrano fanno parte delle risorse stanziate dall’Accordo di Programma Quadro messo a punto da i dicasteri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico per la rimozione e la bonifica dei terreni inquinati.
5. Sottoscrizione di un atto aggiuntivo che include i 31 comuni inseriti nel monitoraggio agro-ambientale nel Patto per la Terra dei Fuochi.
6. Particolare riguardo per il monitoraggio e tutela ambientale verso i siti che presentano un forte interesse storico e culturale.
7. Creazione di un gruppo regionale, formato da associazioni e Ministero dell’Interno che operi seguendo pedissequamente la legge regionale del 9 dicembre 2013 numero 20.
La sinergia tra enti, associazioni, Regione e Ministeri è un passaggio obbligato. Questo attivismo sfociato nella creazione del documento stilato lo scorso 24 luglio è il primo passo verso una riqualifica e una completa bonifica di un territorio esposto per troppo tempo alla Camorra e all’illegalità. Questa sinergia è stata ulteriormente avvalorata da un incontro che ha visto come protagonisti il Ministro dell’Ambiente Luca Galletti e il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Tale incontro ha definitivamente segnato il passaggio del coordinamento operativo per la tutela ambientale delle Terra dei Fuochi nelle mani del Corpo Forestale dello Stato così da rafforzare i controlli ed essere più presente sul territorio.