Sono settimane, ormai, che rincorriamo numeri. I numeri dei contagi giornalieri, i numeri dei tamponi effettuati, i numeri delle ore d’attesa ai drive in. Coi numeri gli esperti tracciano quadri previsionali e a questi numeri il governo fa riferimento per elaborare le misure più consone. Gli ultimi numeri venuti alla ribalta sono quelli dei posti attualmente occupati nelle terapie intensive, segno che il contagio cresce. Numeri suscettibili, purtroppo, di rapidi cambiamenti e che ci danno il quadro di una situazione alle soglie di una nuova emergenza.
Quanti sono i posti occupati nelle terapie intensive
Per avere il polso della situazione dobbiamo affidarci ad altri numeri, quelli del rapporto stilato dal commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri.
- 5179: i posti in terapia intensiva disponibili prima della pandemia
- 3553: i posti da creare secondo il decreto Rilancio
- 6628: i posti attualmente disponibili a fronte degli 8732 previsti
- 1000: i posti attualmente occupati
- 14: i posti letto in terapia intensiva per 10mila abitanti stabiliti come soglia di sicurezza.
Lo scenario delle Regioni
Ora, invece, proviamo a incrociare i numeri oggi a disposizione, destinati purtroppo a cambiare nel giro di qualche giorno, per tracciare un quadro di ciò a cui andiamo incontro. Le Regioni più in difficoltà sono:
- la Campania con 7,3 posti per 100000 abitanti, 427 posti in terapia intensiva di cui 98 già occupati;
- l’Umbria con 70 posti disponibili e 21 postazioni di terapia intensiva occupate (il rapporto è di 7,9);
- le Marche che hanno già 22 posti di terapia intensiva occupati su 129 (il rapporto è 8,3);
- la Lombardia con 184 pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva su 983 posti disponibili (indice 9,8).
Le regioni “virtuose” sono il Veneto e il Friuli Venezia Giulia dove è stata superata la soglia dei 14 posti letto per 100000 abitanti mentre per le restanti regioni la soglia si aggira intorno ai 10 posti.
La realtà oltre i numeri
Molti commentatori denunciano un clima di allarmismo quando si parla di Covid. I numeri, che presi in valore assoluto hanno un significato, presi in percentuale sembrano come “smontare” una bolla. La parola chiave, invece, è consapevolezza. Consapevolezza del ritardo nei lavori di implementazione dei posti di terapia intensiva. In alcuni casi i piani presentati erano privi di dettagli tecnici importanti e questo ha rallentato la macchina. Il personale, fatto si anestesisti e infermieri, inoltre, è ancora molto carente numericamente. Consapevolezza che il percorso di contact tracing è saltato. Ogni positivo genera un numero di contatti da monitorare troppo alto rispetto al personale dedicato. Consapevolezza che scaricare l’app Immuni è un gesto di civiltà e al tempo stesso è un autentico flop poiché funziona a metà (su questo argomento bisognerebbe aprire una discussione dedicata). La consapevolezza che, in questo quadro generale, i comportamenti individuali hanno un’importanza primaria.
Immagine di copertina foto di Silas Camargo Silão da Pixabay