La teoria demografica, o meglio la teoria della transizione demografica, ci aiuta a comprendere come la struttura e la dinamica delle popolazioni cambiano nel tempo, e come questi cambiamenti influenzano lo sviluppo economico e sociale delle società. Inoltre, la teoria fornisce una base per la pianificazione delle politiche pubbliche in materia di salute, istruzione e sviluppo, poiché consente di prevedere le esigenze e le sfide future della popolazione.
Che cosa studia la teoria della transizione demografica?
La teoria della transizione demografica studia i cambiamenti nella struttura e nella dinamica demografica delle popolazioni nel corso del tempo. In particolare, la teoria si concentra sulla relazione tra i tassi di natalità, mortalità e migrazione e sulle loro interazioni con fattori sociali ed economici, come l’urbanizzazione, l’istruzione, l’accesso ai servizi sanitari e alle tecnologie moderne.
La teoria della transizione demografica suggerisce che le popolazioni attraversano un processo di cambiamento in cui i tassi di natalità e mortalità si riducono, passando da livelli elevati a livelli più bassi, inizialmente nelle società industrializzate e poi in quelle in via di sviluppo. Questo processo di cambiamento, noto come “transizione demografica”, è causato da una combinazione di fattori, tra cui l’accesso a servizi sanitari, l’istruzione, la riduzione della povertà e l’urbanizzazione.
Con l’aumento della disponibilità di cure mediche, miglioramenti nella sicurezza alimentare e in altri fattori di sviluppo, il tasso di mortalità inizia a diminuire, mentre il tasso di natalità rimane ancora alto. In questo periodo, si verifica un’esplosione demografica, poiché la popolazione cresce rapidamente. Tuttavia, con il passare del tempo, anche il tasso di natalità comincia a diminuire, spesso a causa del cambiamento delle norme sociali e della maggiore accessibilità alla contraccezione. Quando il tasso di natalità si avvicina al tasso di mortalità, la crescita della popolazione rallenta o si ferma completamente, e la popolazione inizia a invecchiare.
Chi ha elaborato la teoria della transizione demografica?
La teoria della transizione demografica è stata elaborata da diversi studiosi nel corso del tempo. Tuttavia, il demografo americano Warren Thompson è spesso considerato il padre fondatore della teoria.
Nel 1929, Thompson pubblicò il suo libro “Population Problems”, in cui descrisse per la prima volta il concetto di transizione demografica. Secondo la sua teoria, tutte le società attraversano un percorso di sviluppo simile, che comporta una transizione dai tassi elevati di mortalità e natalità a quelli bassi.
Negli anni successivi, altri studiosi, tra cui Frank Notestein, Kingsley Davis e Ansley Coale, hanno elaborato e raffinato la teoria della transizione demografica. La teoria è stata ulteriormente sviluppata e modificata nel corso del tempo, in base ai dati e alle osservazioni raccolti su scala globale.
Oggi, la teoria della transizione demografica è ampiamente accettata come una descrizione accurata dei cambiamenti demografici che si verificano nelle società in tutto il mondo, anche se ci possono essere variazioni regionali e locali rispetto ai tempi e alle modalità di transizione.
Come leggere la piramide dell’età?
La piramide dell’età è un grafico a forma di piramide che rappresenta la distribuzione per età di una popolazione. La piramide dell’età mostra il numero di individui presenti in ogni fascia di età e può essere utilizzata per comprendere la struttura demografica di una popolazione e le tendenze demografiche nel corso del tempo. In genere, le fasce di età sono rappresentate in gruppi di 5 o 10 anni, a seconda delle dimensioni della popolazione.
Le piramidi dell’età possono essere utilizzate per studiare l’invecchiamento della popolazione, l’andamento della natalità e della mortalità, la migrazione e altri fattori che possono influenzare la struttura demografica di una popolazione. Le piramidi dell’età sono spesso utilizzate dai governi, dalle organizzazioni internazionali e dagli studiosi per monitorare le tendenze demografiche e formulare politiche pubbliche.
Come leggere la piramide dell’età:
- L’asse orizzontale rappresenta il numero di individui nella popolazione, mentre l’asse verticale rappresenta le fasce di età.
- La piramide può essere divisa in due parti: la parte sinistra rappresenta la popolazione maschile e la parte destra rappresenta la popolazione femminile.
- La larghezza di ogni barra corrisponde al numero di individui in quella fascia di età.
- Le fasce di età sono spesso raggruppate in gruppi di 5 o 10 anni, a seconda delle dimensioni della popolazione.
La forma della piramide dell’età può fornire informazioni sulla struttura demografica della popolazione. Ad esempio, una piramide con una base larga e un vertice stretto indica una popolazione giovane con una bassa aspettativa di vita, mentre una piramide con una base stretta e un vertice largo indica una popolazione anziana con un’alta aspettativa di vita.
In copertina foto di Gerd Altmann da Pixabay