La Legge di Stabilità, in discussione al parlamento, sembra dire ai cittadini ‘te la faremo pagare cara’. Ed è infatti caro il prezzo che potrebbero dover pagare a causa dei tagli al Fondo Patronati: non più la tutela gratuita e nemmeno l’aiuto di un buono Stato di diritto per agevolare le persone più bisognose nell’accesso alle prestazioni di welfare.
Per il secondo anno consecutivo, il governo vuole ridurre le risorse ai Patronati. In barba all’oltre milione di firme raccolte con la petizione promossa lo scorso anno da Acli, Inas, Inca e Ital contro lo smantellamento del diritto dei cittadini e delle cittadine alla gratuità della tutela previdenziale e socio assistenziale, la legge di Stabilità 2016 ripropone una diminuzione di 48 milioni di euro per ciascun anno del prossimo triennio che, sommati ai 35 milioni di euro definiti dalla scorsa finanziaria e ad altri 35 che andrebbero a incidere sull’attività già svolta, raggiungono la cifra di 284 milioni di euro, pari a quasi il 70 per cento del fondo complessivo di un anno destinato a questi istituti.
Una vera e propria stangata che si aggiunge al tradimento di una promessa mancata da parte del Governo di una riforma per la riorganizzazione del sistema dei patronati, della quale ancora non c’è traccia. Il sacrificio già imposto lo scorso anno era infatti condizionato all’emanazione di decreti applicativi, da varare entro il 30 giugno, attraverso i quali il governo si era impegnato a valorizzare e ad ampliare il ruolo e la funzione dei Patronati, senza richiedere ulteriori sacrifici.
La riforma non è arrivata e, ancora una volta, si vuole infliggere un altro duro colpo alle già difficili condizioni di lavoro di questi Istituti. Un accanimento che sembra voler seguire una impostazione punitiva nei confronti dei Patronati e, soprattutto, nei riguardi dei cittadini, lasciati soli e in balia di un mercato privato che offre servizi onerosi e senza regole. Come a dire, appunto, ‘Te la faremo pagare cara‘.