Tanatoprassi è un termine che, con le morti di Pelé e di papa Benedetto XVI, avvenute a breve distanza l’una dall’altra, abbiamo sentito spesso. Si riferisce, infatti, alla pratica di imbalsamazione che le salme dei due defunti hanno subito per essere esposti durante la veglia funebre in loro onore prima che siano celebrati i riti funebri.
Tanatoprassi: l’imbalsamazione temporanea
La tanatoprassi, dicevamo, è una branca della medicina che si occupa della cura del corpo in fase di decomposizione. Si tratta di una pratica che viene eseguita in genere in ospedali o case di cura, ma anche in case funerarie o nei reparti di medicina legale di alcuni ospedali.
Viene eseguita sui corpi dei defunti generalmente per tre motivi:
- nel caso in cui la salma debba essere trasportata su lunghe distanze, per esempio la traslazione di una salma all’estero. l corpo viene sottoposto a una serie di trattamenti che ne consentono il trasporto in condizioni igieniche e decorose;
- in caso di veglia funebre: i trattamenti effettuati rallentano il processo di decomposizione del corpo rendendolo idoneo a un’esposizione pubblica;
- in medicina legale. Il rallentamento della decomposizione di un corpo, che conserva i tessuti e le ferite più a lungo, agevola gli studi sulla salma.
La tanatoprassi è un’imbalsamazione temporanea, non definitiva. L’aspetto della salma resta intatto per un lasso di tempo che va dai dieci ai quindici giorni.
Come si effettua la tanatoprassi
La tanatoprassi inizia con il lavaggio del corpo, eseguito con prodotti chimici specifici per eliminare germi e batteri. Successivamente, il corpo viene massaggiato con prodotti emollienti per ammorbidire la pelle e prevenire la formazione di lividi.
Una volta che il corpo è stato preparato, prodotti chimici specifici che ne rallentano la decomposizione vengono iniettati direttamente nelle arterie o nei tessuti molli del corpo.
Se necessario, è possibile l’utilizzo di sostanze chimiche per trattare eventuali ferite o tagli presenti sul corpo. Infine, il viso del defunto viene solitamente truccato per conferirgli un aspetto più naturale e sereno.
La tanatoprassi può essere eseguita anche sui corpi dei defunti che devono essere cremati. In questo caso il corpo viene preparato in modo simile, ma senza l’utilizzo di prodotti chimici che potrebbero danneggiare il forno crematorio.
Rispetto e dignità dopo la morte
La pratica dell’imbalsamazione, dicevamo, riduce la diffusione di infezioni e garantisce adeguate condizioni igieniche sia per il trasporto sia per l’esposizione in pubblico del defunto. La tanatoprassi, però, è una pratica altrettanto importante per garantire che il corpo di un defunto sia trattato con rispetto e dignità, anche dopo la morte. I papi sono tutti sottoposti a questa prassi considerato il cerimoniale che prevede la possibilità per i fedeli di dare un ultimo saluto al pontefice per diversi giorni prima del rito funebre. I funerali di papa Benedetto XVI, morto lo scorso 31 dicembre, saranno celebrati il 5 gennaio in piazza San Pietro.