Talco in polvere “probabile cancerogeno”. E’ questa la classificazione attribuita dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca contro il Cancro (IARC) al prodotto molto utilizzato nella cura personale. Una decisione arrivata in considerazione di alcuni studi ma che necessita ancora di approfondimenti.
Cos’è il talco in polvere
Prodotto immancabile sulle tolette delle nostre nonne e ancora molto utilizzato per i neonati al cambio del pannolino, cos’è il talco e a cosa serve? Il talco è un composto di magnesio, silicio e ossigeno molto utilizzato in diversi settori industriali. Nell’industria della ceramica è utilizzato come fluidificante ed è utilizzato nella preparazione di vernici, stucco e pittura. In quella farmaceutica è utilizzato come base in polvere e nella produzione di compresse. Il talco trova largo impiego anche nell’industria cosmetica. La sua capacità di assorbire il sebo lo rende la base ideale per fondotinta compatti e ciprie. Nella cura personale è largamente utilizzato per assorbire l’umidità sulla pelle. La legge impone che nella sua composizione chimica manchi l’asbesto, un minerale contenuto nell’amianto. Il talco contenente asbesto, infatti, è classificato come cancerogeno.
Il gruppo A2
Dopo un attento studio, l’AIRC ha deciso di far rientrare il talco nel gruppo 2A, denominato “probabilmente cancerogeno”. A tale gruppo, infatti, appartengono tutti gli agenti che presentano prove limitate di cancerogenicità nell’uomo ma prove sufficienti negli animali. Per gli agenti appartenenti a questo gruppo, dunque, non si parla di quanto sia probabile manifestare un cancro ma semplicemente se è possibile manifestarlo in seguito all’esposizione a esso.
Attualmente nella fascia A2 dell’IARC sono compresi 95 agenti o circostanze espositive: tra questi annoveriamo, per esempio, il glifosato, un pesticida largamente utilizzato in agricoltura, il consumo di carne rossa e di bevande molto calde (al di sopra dei 65°), le emissioni da frittura ad alte temperature, la lavorazione del vetro, il lavoro notturno.
La classificazione del talco
La decisione dell’IARC di inserire il talco nel gruppo 2A è arrivata dopo che un team di ricercatori ha analizzato tutta la letteratura presente in materia. Lo studio ha evidenziato l’esistenza di prove sufficienti che il talco ha provocato il cancro negli animali coinvolti nella sperimentazione. Le forme tumorali più ricorrenti hanno coinvolto polmoni e ghiandole surrenali.
Quanto alle cellule umane utilizzate nelle sperimentazioni, l’esposizione al talco ha provocato in esse un’infiammazione cronica e un’alterazione della proliferazione cellulare. Ovvero, sono emerse prove forti sulla cancerogenicità del talco poiché questi due fattori costituiscono le condizioni per la nascita di un tumore. Ciò non basta, però, a stabilire un nesso di causa-effetto tra l’esposizione al talco e nascita di tumori e nemmeno una soglia di utilizzo oltre la quale si concretizzi il rischio di sviluppare un tumore. Sembrerebbe esserci una connessione con lo sviluppo del tumore alle ovaie ma molti punti importanti devono essere ancora chiariti per giungere a teorie certe.