Si sta lavorando nel consiglio del ministri al Decreto Aiuti Bis, una misura che andrà a prorogare alcuni aiuti che erano stati introdotti con il precedente decreto aiuti. Nello specifico, il nuovo decreto, oltre che a prorogare gli aiuti già in atto, andrà probabilmente a reintrodurre il bonus 200 e soprattutto introdurrà un taglio dell’IVA per i beni alimentari di largo consumo.
Arriva il Decreto Aiuti Bis
Arriva un nuovo Decreto Aiuti e il taglio dell’IVA per aiutare gli italiani in questo periodo di inflazione, dove i prezzi dei beni di consumo, i prezzi del carburante e i prezzi di luce e gas.
Il nuovo decreto dovrebbe, con tutte le sue misure e proroghe, dovrebbe toccare tra i 12 e i 13 miliardi di euro, ma si potrebbero raggiungere anche i 14 miliardi che non verranno finanziati attraverso deficit come comunicato dalla vice ministra Laura Castelli. Il testo del decreto era già arrivato in parlamento l’11 luglio e attende approvazione in un parlamento con un governo ormai con poteri ridotti dalla crisi di governo.
Proroghe previste dal Decreto Aiuti Bis
Il decreto, che nasce come proroga degli aiuti già in vigore, si basa su alcuni aiuti che verranno concessi fino a fine anno come:
- Sconti sulle bollette
- Credito d’imposta per le imprese
- Taglio delle accise carburanti
- Bonus 200 euro
Gli sconti sugli oneri di sistema e aggiuntivi continueranno a non essere presenti nella bolletta della luce e nella bolletta gas per abbassare il costo straordinario della materia energetica che, da mesi, sta appesantendo le finanze degli italiani.
Viene esteso nuovamente il credito d’imposta per le aziende energivore, per compensare l’alto costo dell’energia, fondamentale per le attività di produzione. Questa misura sarà in vigore fino a fine 2022.
Per far fronte anche all’aumento del costo dei carburanti che si aggira ad oggi ai 2 euro al litro, sia per Diesel, sia per la Benzina, il governo confronta il taglio delle accise. In particolare si riduce di circa 30 centesimi di euro per litro di carburante.
Infine, l’ultimo aiuti che potrebbe essere introdotto è quello di elargire un secondo bonus di 200 euro per tutti gli italiani con un reddito inferiore ai 35 mila euro per far fronte al rincaro del costo della vita. Questa è la misura più in dubbio e più discussa attualmente all’interno del parlamento.
Taglio dell’IVA per i beni alimentari
La principale misura prevista è però il taglio dell’IVA per molti generi alimentari di largo consumo che, per l’aumento dei costi dell’energia e quindi i costi di produzione o per la carenza di grano ucraino, hanno visto un aumento vertiginoso.
La misura si divide inoltre in due, andando ad azzerare completamente l’IVA per alcuni generi, mentre si taglia l’IVA per altri.
Pane, pasta, olio d’oliva, farina, patate e latte saranno quindi presto prive di ogni imposta sul valore aggiunto. Mentre passeranno dal 10% al 5% la carne bovina, di vitello e di pollo, i salumi (sia confezionati, sia da banco), uova, cioccolato, pesce fresco e gelati.
Questo porterà ad una diminuzione importante del costo del carrello della spesa per i consumatori, ma costringe a un costo notevole per le casse dello stato, così calcolabile:
Costo per lo stato dell’azzeramento dell’IVA
- Pane – 253 milioni di €
- Pasta – 76 milioni di €
- Olio d’oliva – 141 milioni di €
- Latte – 150 milioni di €
Costo per lo stato della riduzione dell’IVA dal 10% al 5%
- Carne Bovina – 319 milioni di €
- Carne di Vitello – 180 milioni di €
- Carne di pollo – 318 milioni di €
- Pesce fresco – 250 milioni di €
- Uova – 90 milioni di €
Anche per questo, la misura, seppur di natura temporanea (6 mesi) e emergenziale, non incontra ancora tutti i favori del parlamento, vedendo però in prima linea il ministro Brunetta e la Lega.
E in Europa? Taglio dell’IVA e delle tasse
L’Italia non è l’unico stato che si sta muovendo per correre ai ripari! Questa condizione di aumento dei prezzi alimentari e energetici, combinata alla carenza di grano sta avendo un impatto in tutta Europa.
L’Irlanda ha approvato recentemente una riduzione dell’IVA al 9% su luce e gas, così come il Belgio che la porta al 6%, la Spagna al 10% (ma solo per le offerte luce e gas per i clienti domestici) e l’Olanda al 9%.
Il Portogallo, che già aveva ottenuto il tetto massimo dell’energia, si concentra sulla riduzione delle tasse del carburante.