Fondazione Querini Stampalia e Bonotto presentano Svolgimento di un quadro di Maria Morganti, l’installazione permanente realizzata per la Caffette- ria della Fondazione Querini Stampalia,a cura di Chiara Bertola.
I progetti di arte contemporanea della Querini Stampalia si sviluppano nel e per lo spazio della Fondazione, perché si considera prima di tutto il luogo come materia e soggetto, capace di esprimere il ruolo di un’istituzione che vuole agire in relazione con il proprio tempo.
La vocazione del luogo è quella di lasciarsi permeare da altri sguardi, senza cristallizzarsi in un’unica forma, per testimoniare il dialogo tra i linguaggi dell’arte e il pubblico. Molti gli artisti che nel tempo si sono misurati con la memoria del Museo, con lo spazio contemporaneo e sperimentale ridisegnato da Carlo Scarpa, ma anche con la facciata cinquecentesca del Palazzo.
È stato quindi naturale, seguendo il pensiero critico e curatoriale entro cui la Fondazione ha costruito il suo sguardo fiducioso nel contemporaneo, invitare Maria Morganti a mettersi in relazione con la Caffetteria progettata dall’architetto Mario Botta con il quale l’artista si è confrontata per il progettoSvolgimento di un quadro. L’installazione permanente vede coinvolte le pareti di questo spazio, rivestite da arazzi creati e sviluppati in stretta collaborazione con Bonotto, una delle manifatture tessili più creative al mondo.
L’idea ha origine dal Quadro per la Sala dell’800 che Maria Morganti ha dipinto nel 2008 durante le visite alle Collezioni del Museo. Prendendo spunto dai colori dei dipinti esposti e in particolare dal fiore tra i capelli de La Modella, 1910 di Alessandro Milesi, come fosse la tavolozza sulla quale il pittore ha ragionato sui propri colori, l’artista nel corso di ogni visita, ne ha accolto uno, lo ha portato con sé nel suo studio e lo ha materializzato in uno strato di pittura sulla tela. Il suo quadro è l’esito della sovrapposizione di queste esperienze. Di queste stesure cromatiche conserva su cartoncino la sequenza. Maria Morganti nel suo lavoro procede così: “Io non faccio il colore, lo trovo. Non lo invento, non lo progetto, non lo produco, non lo riproduco… tendo verso di esso. Lo ascolto e lo vedo farsi. Lo vedo nascere sulla tela”.