Sven-Göran Eriksson, nacque il 5 febbraio 1948 a Torsby, in Svezia, è una figura emblematica nel mondo del calcio. Con una carriera che ha attraversato decenni e continenti, Eriksson è ricordato come uno degli allenatori più innovativi e influenti del calcio moderno, capace di imprimere il suo marchio ovunque sia stato. La sua abilità di adattarsi a diversi stili di gioco e culture ha reso Eriksson un vero cittadino del mondo calcistico.
Eriksson iniziò la sua carriera da giocatore come difensore, ma si rese conto presto che il suo vero talento risiedeva nella gestione e nella strategia. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, intraprese la carriera da allenatore in Svezia, guidando squadre come il Degerfors IF e l’IFK Göteborg. Con quest’ultimo club, Eriksson conquistò il campionato svedese e una Coppa UEFA nel 1982, un’impresa notevole che attirò l’attenzione di club fuori dal suo paese natale.
Il suo viaggio lo portò in Portogallo, dove vinse titoli nazionali con il Benfica, e poi in Italia, un paese in cui avrebbe lasciato un segno indelebile. Alla guida della Roma, della Fiorentina, ma soprattutto della Sampdoria e della Lazio, Eriksson dimostrò un approccio tattico raffinato, che combinava disciplina difensiva e creatività offensiva. Il suo trionfo con la Lazio nella Serie A nel 2000 fu il culmine del suo lavoro in Italia, consolidando la sua reputazione come uno degli allenatori più abili e rispettati d’Europa.
Eriksson: il pioniere del calcio internazionale
Nel 2001, Eriksson fece la storia diventando il primo allenatore non britannico della nazionale inglese. Durante la sua gestione, l’Inghilterra raggiunse i quarti di finale sia al Mondiale 2002 che all’Europeo 2004. Anche se alcuni critici hanno ritenuto che avrebbe potuto fare di più con quella talentuosa generazione di giocatori, Eriksson portò un cambiamento significativo nell’approccio della squadra, enfatizzando il possesso palla e la strategia a lungo termine.
Dopo l’esperienza con l’Inghilterra, Eriksson proseguì la sua carriera internazionale allenando squadre in Messico, Costa d’Avorio e Filippine, dimostrando una volontà inarrestabile di esplorare nuovi orizzonti e sfide. Il suo spirito avventuroso e la sua passione per il gioco lo portarono persino a ruoli dirigenziali e consulenze in diversi club e nazioni, confermando il suo status di vero globetrotter del calcio.
Eriksson è spesso descritto come un allenatore dal temperamento calmo, capace di mantenere il controllo anche nei momenti di maggiore pressione. La sua leadership è stata caratterizzata da una combinazione di rigore tattico e capacità di motivare i giocatori, costruendo squadre coese e competitive. La sua influenza sul calcio internazionale è stata vasta, e molti allenatori contemporanei hanno riconosciuto l’importanza del suo contributo al gioco.
Sven-Göran Eriksson non è solo un nome nel mondo del calcio, ma un simbolo di innovazione, adattabilità e dedizione. La sua carriera ricca di successi e sfide è un esempio brillante di come la passione per il gioco possa trascendere confini culturali e geografici. Oggi Eriksson, anche dopo la sua scomparsa, rimane una figura rispettata e ammirata, un vero ambasciatore del calcio globale che ha saputo lasciare un segno indelebile in ogni tappa del suo viaggio.
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