Non tutti lo sanno, eppure in tempi recenti le buste che vengono utilizzate nei supermercati sono state oggetto di una vera e propria “rivoluzione”, anche a livello normativo.
La ratio è, ovviamente, quella di ridurre l’uso della plastica, un materiale che, per via delle sue caratteristiche, è potenzialmente molto nocivo per l’ambiente: la plastica infatti è estremamente resistente, si deteriora in tempi davvero lunghissimi, di conseguenza laddove sia dispersa in natura i suoi effetti non possono che essere deleteri.
A ciò si aggiunge il fatto che l’utilizzo sempre più massivo della plastica rende il ricorso a questo materiale un vero e proprio aspetto emergenziale, ecco perché è opportuno che tutti rivedano le proprie abitudini e contribuiscano a proteggere la natura.
È stata la Legge n.123 del 3 agosto 2017 (questo il link dove si può consultare integralmente la norma) ad introdurre una serie di disposizioni piuttosto ferree, che possiamo sintetizzare.
Cosa è stato previsto dalla normativa del 2017
Anzitutto i sacchetti di plastica ultraleggera, ovvero i classici sacchetti trasparenti che si utilizzano per contenere prodotti freschi da consegnare in seguito alla cassa, devono essere di tipo biodegradabile e compostabile.
Inizialmente, era previsto che in tali sacchetti la percentuale di materia prima rinnovabile fosse pari ad almeno il 40% del totale, negli anni successivi questa percentuale è gradualmente salita toccando quota 50% nel 2020 e 60% nel 2021.
Non solo: dal 2017 questi sacchetti sono divenuti a pagamento, per ognuno di essi infatti il consumatore deve spendere dai 2 ai 10 centesimi, cifre che vengono incluse appunto nel prezzo del prodotto fresco che si ritrova a pagare in cassa.
Anche i sacchetti in plastica più robusta, quelli che i supermercati forniscono al cliente affinché possa portar via la sua spesa, sono divenuti a pagamento: è prassi che il cassiere chieda se si necessita di uno o più sacchetti e, in caso affermativo, essi vengono conteggiati all’interno dello scontrino.
I costi dei sacchetti possono essere evitati?
Il costo dei sacchetti in cui viene inserita la spesa può essere facilmente evitato portando da casa delle shopper. Che cosa sono?
Le shopper sono una sorta di unione tra le buste usa e getta e le borse, si tratta infatti di oggetti leggeri e flessibili, ma al contempo robusti e resistenti, che possono essere utilizzati in una molteplicità di occasioni.
L’utilità di questi articoli è letteralmente “esplosa” negli ultimi tempi, al punto che molte aziende hanno scelto di utilizzarli come gadget da proporre con finalità di marketing: e-commerce specializzati in gadget come Duelle Promotions, non a caso, dedicano alle shopper personalizzate intere sezioni.
Per quanto riguarda i sacchetti in plastica ultraleggera utilizzati per gli alimenti freschi, invece, evitare il costo è praticamente impossibile: sebbene l’odierna normativa non preveda dei divieti in modo esplicito, si sottintende che tali sacchetti non possono essere portati da casa per ragioni igieniche, senza considerare il fatto che ciò si rivelerebbe decisamente poco pratico.
Ovviamente, bisogna considerare che sempre più supermercati sono soliti preconfezionare i prodotti freschi, evitando così al consumatore non solo il costo dell’involucro, ma anche di dover eseguire manualmente queste operazioni nel supermercato: solo in questo modo, dunque, il costo del sacchetto in senso stretto può essere evitato.