Il suicidio rappresenta uno degli eventi psicopatologici più drammatici, e la crisi economica ha contribuito ad aumentare il numero di questi eventi, che in Italia e nel Veneto resta peraltro molto al di sotto della media mondiale.
In occasione delle Giornate mondiali della Prevenzione al Suicidio (10-12 settembre), i Primari di Salute Mentale dell’Ulss 12 Veneziana, Andrea Angelozzi e Moreno De Rossi, tracciano un quadro complessivo: “Il più recente rapporto pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – dice Angelozzi – fa riferimento al 2012, e per quell’anno registra 11,4 suicidi di ogni 100.000 persone: il tasso sale a 15 su 100.00 tra i maschi, mentre si riduce a 8 su 100.00 tra le donne. Si registra nel mondo, quindi, un suicidio ogni 40 secondi”. “Nel mondo il 75% dei suicidi accadono in Paesi a reddito basso – spiega il dottor Angelozzi – e il maggior numero di suicidi avviene fra persone over 70; povertà e vecchiaia si pongono quindi come i ‘luoghi’ della pulsione suicida. Ma va detto che nei Paesi a basso reddito sono maggiormente a rischio i giovani e le donne anziane, mentre nelle società a medio-alto reddito sono gli uomini over 50″.
In Italia secondo i dati forniti dal Primario Angelozzi, il tasso 2012 è di 4,7 suicidi ogni 100.000 abitanti, e fortissima è la percentuale di maschi tra le persone che si tolgono la vita: il tasso di suicidi tra gli uomini sale al 7,6 su 100.000, e scende all’1,9 su centomila tra le donne. “Confrontando il dato con il periodo precedente alla crisi economica, si rileva nel 2012 un incremento del 10% dei suicidi, in particolare tra gli uomini di età compresa tra i 25 e i 64 anni; ma i dati più recenti segnalano un ritorno alla situazione precedente alla stretta economica. Il Veneto appare in linea con la media italiana, e la Ulss veneziana presenta dati lievemente inferiori rispetto alla media regionale e nazionale”.
“Il suicidio – spiega il dottor Moreno De Rossi – è un evento difficilmente prevedibile nella singola persona. E’ un rischio da tenere presente in tante situazioni di malessere psichiatrico, mettendo in atto allora una serie di accorgimenti preventivi e terapeutici. In questo senso la migliore prevenzione del suicidio è costituita innanzitutto da una tempestiva segnalazione delle situazioni a rischio, con il ruolo insostituibile del Medico di Medicina Generale; servono poi servizi di salute mentale che siano facilmente accessibili sul territorio, e nei quali sia disponibile personale anche per interventi urgenti, oltre a quelli che possono essere fatti al Pronto Soccorso; indispensabile infine una continuità di attenzione nel seguire le persone a rischio”.
“Sono questi – spiega ancora De Rossi – alcuni degli aspetti in cui il Dipartimento di Salute Mentale di Venezia sta orientando maggiormente la propria attività: cerchiamo di costruire una collaborazione con i Medici di Medicina Generale ancora migliore; lavoriamo per ampliare la rete dei servizi, e a Favaro Veneto è ormai pronto un altro Centro di Salute Mentale per la terraferma, mentre è prossima l’attivazione di Ambulatori per i Disturbi del Comportamento Alimentare sia a Mestre sia a Venezia; infine ottimizziamo le risorse con una maggiore e più prolungata presenza medica nei Centri di Salute Mentale. Va ricordato, infine, l’enorme investimento che si sta operando per la formazione degli operatori”.
Per quanto già fatto in passato e per gli ulteriori sforzi in atto, la salute mentale veneziana si conferma come punto di riferimento: anche giovedì 10 settembre un gruppo di lavoro europeo, accompagnato da personale docente di Psichiatria della Università di Verona, visiterà il Centro di Salute Mentale di Venezia e il Servizio Psichiatrico di Mestre, per conoscere più da vicino il modello che si sta portando avanti nell’Ulss 12 Veneziana.