(Adnkronos) – Aumentano le richieste d’aiuto da parte di chi sta pensando al suicidio. “Sono state oltre 7.000 le persone che nel 2023 si sono rivolte a Telefono amico Italia per gestire un pensiero suicida, proprio o di un caro. Mai così tante e cresciute del 24% rispetto al 2022. Nel 2024 si intravede una piccola inversione di tendenza: nel primo semestre le richieste d’aiuto sono state 3.500, -6,5% dal primo semestre 2023. Numeri ancora molto lontani dai livelli pre-pandemia, quando l’organizzazione di volontariato gestiva mille chiamate l’anno di questo tipo”. A fare il punto è Telefono Amico Italia che chiede un “tavolo nazionale per monitorare il fenomeno e attuare interventi di prevenzione”.
Richieste d’aiuto, i dati di Telefono Amico Italia
Secondo il Telefono Amico Italia, “la necessità di un piano di prevenzione è sottolineato anche dai dati Istat che, nell’ultimo anno monitorato, il 2021, segnalano un aumento dei suicidi: sono stati 3.870, a fronte dei 3.748 del 2020. Aumento che si riscontra in tutte le fasce d’età ad eccezione dei 50-64enni e che è più elevato tra gli under 49. Tra i 15 e 34 anni, in particolare, la crescita dei suicidi nel 2021 è stata del 16%”. Le oltre 7.000 richiesta d’aiuto arrivate nel 2023 da persone “attraversate dal pensiero del suicidio o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro sono arrivate per il 75% al numero telefonico, per il 18% in chat e per il 7% via email – riporta l’associazione – Si sono rivolte a Telefono Amico Italia più donne (51%), che sono state la maggioranza a scrivere sia su Whatsapp (57%) sia per email (54%); uomini e donne hanno invece telefonato in egual misura”.
“I dati più recenti segnalano un aumento del numero dei suicidi, forse anche dovuto all’effetto della pandemia che si è sommata alle fragilità già esistenti in alcuni individui”, sottolinea Maurizio Pompili, professore ordinario di Psichiatria alla Sapienza Università di Roma e direttore della Unità operativa complessa di Psichiatria nell’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea di Roma. “Avere a disposizione il dato epidemiologico dei suicidi è centrale nell’analisi del fenomeno perché permette di osservarne l’andamento e dunque anche di implementare misure preventive”, aggiunge.
Fenomeno in crescita
Se gli ultimi dati Istat sui suicidi dipingono un fenomeno in crescita, le tante persone che ricevono aiuto indicano la strada da seguire e evidenziano l’importanza della prevenzione. “La creazione di contesti dedicati alla prevenzione del suicidio, che utilizzino tutte le conoscenze specifiche e multidisciplinari sul fenomeno, aiuta sicuramente a salvare vite – prosegue Pompili – Fondamentale è la prevenzione primaria, che aumenti cioè la consapevolezza circa la prevenzione del suicidio. Poi è necessario soffermarsi sui gruppi a rischio e definire interventi preventivi ad hoc, come ad esempio nel caso di giovani o degli anziani. Infine, la prevenzione terziaria interviene su coloro che hanno fatto tentativi di suicidio o hanno ideazione suicidaria grave. L’organizzazione di interventi preventivi che vadano in queste tre direzioni potrebbe contrastare il fenomeno; l’ausilio di helpline e centri di ascolto rappresentano interventi imprescindibili”.
Prevenzione
“La prevenzione è l’unico modo che abbiamo per contrastare il fenomeno dei suicidi”. E’ l’appello lanciato da Telefono Amico Italia e dalla sua presidente Cristina Rigon alle istituzioni. “Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescente attenzione verso la salute mentale. Il bonus psicologo è sicuramente un esempio. Un primo passo verso la giusta direzione, ma non basta. Servono interventi strutturali, che arrivino anche a chi non sa chiedere aiuto, e più specifici per la prevenzione al suicidio”, conclude.
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