Il rapporto “Unhappy Meal” pubblicato da una coalizione di tre sindacati del settore pubblico denuncia apertamente McDonald’s, presunto colpevole di aver evaso tasse per più di un miliardo di euro in cinque anni in Unione Europea. Secca la smentita di McDonald’s Italia. Avviate le indagini.
Succede solo da Mcdonald’s. Almeno un tempo così recitava il famoso spot. Oggi diremmo succede anche da McDonald’s. Già perché non è la prima volta che sentiamo di indagini su paradisi fiscali e maxi evasioni. A scatenare la bufera sul colosso del fast food è un rapporto intitolato “Cibo infelice” pubblicato da Epsu del settore pubblico europeo, Seiu, l’omologa sigla americana ed Effat, Federazione europea su cibo, agricoltura e turismo, associate all’Organizzazione Non Governativa “War on want”, nata negli anni ’50 per combattere la povertà globale.
Il rapporto rivela con dovizia di particolari la strategia che sarebbe stata adottata dalla multinazionale americana, dal trasferimento della sua sede europea dalla Gran Bretagna alla Svizzera, all’adozione di un sistema di pagamenti di royalty ovvero diritti per lo sfruttamento di marchi e proprietà intellettuali facenti capo ad una minuscola filiale della sede elvetica in Lussemburgo. In questo modo una struttura che ha alle sue dipendenze appena 13 impiegati ha fatturato circa 3,7 miliardi di euro tra il 2009 e il 2013, pagando su questa somma appena lo 0,45 per cento, pari a 16 milioni di euro di tasse. L’inchiesta denuncia perciò espressamente il fatto che il carico fiscale espresso in percentuale sul fatturato della società lussemburghese è troppo basso anche per le condizioni favorevoli già applicate dal Granducato. Ciò, inoltre, celerebbe, a detta di Unhappy Meal, un probabile accordo tra le parti.
Un caso, questo, non dissimile dagli episodi che hanno fatto aprire procedure Ue per Apple, Fiat o Starbucks per l’adozione di contratti detti “tax ruling” tra Fisco e multinazionali. Tra vendite complessive, Royalty, stima delle tasse dovute e potenziali sanzioni aggiuntive si giunge a calcolare la possibile elusione di un miliardo di euro.
McDonald’s Italia, intanto, smentisce duramente le accuse e, definendo il rapporto come “totalmente inesatto” conclude che quelle del succitato rapporto sono solo supposizioni che non sfiorano nemmeno l’azienda nel Belpaese, in quanto contribuente italiano rispettoso delle normative vigenti.
Intanto i tax ruling, gli accordi tra multinazionali e Paesi dalle facili agevolazioni fiscali, sono sempre più nell’occhio del ciclone, tanto da far nascere un’apposita commissione speciale di inchiesta all’Europarlamento.