Quanti sono gli stranieri in Italia e cosa fanno? Sono più di cinque milioni, lavorano di più e frequentano più numerosi le scuole italiane. La guerra in Ucraina ha ulteriormente rafforzato la presenza di ucraini nel nostro Paese. A dirlo è il XXIX Rapporto sulle migrazioni 2023, elaborato da Fondazione ISMU ETS.
Quanti sono gli stranieri in Italia
Al 1° gennaio 2023 gli stranieri presenti in Italia erano circa 5 milioni e 775mila, 55mila in meno rispetto alla stessa data del 2022. Secondo il report ISMU, la quota dei residenti è aumentata di 110mila unità portando la percentuale dei residenti in Italia dall’8,5% all’8,7% rispetto alla popolazione. Inoltre nello stesso periodo è diminuita la quota degli irregolari dovuta al completamento nel 2022 delle procedure di “emersione 2020”. Gli irregolari sono 458mila unità contro le 506mila dell’anno precedente. Grazie a queste procedure meno richieste di asilo o protezione sono state presentate o accettate perché frutto di sbarchi non autorizzati, per la maggior parte via mare. Gli sbarchi, invece, hanno subito, nel corso dell’anno, un aumento del 57%. Diminuita anche la quota dei regolari non residenti, di coloro, cioè, che non hanno eletto residenza anagrafica in un comune: da 293mila a 176mila unità.
Da dove arrivano gli stranieri presenti in Italia
Il 40% di cittadini non comunitari proviene da quattro Paesi: Ucraina, Marocco, Albania e Cina. Gli stranieri regolari provenienti da Paesi extra-UE rappresentano una percentuale tra il 2% e il 5% e provengono da undici Paesi nell’ordine: India, Bangladesh, Egitto, Filippine, Pakistan, Moldova, Sri Lanka, Senegal Nigeria, Tunisia e Perù.
L’aumento di stranieri provenienti da Paesi terzi è dovuto essenzialmente dall’aumento della quota proveniente dall’Ucraina. Al 1° gennaio 2022 gli ucraini presenti in Italia con regolare permesso di soggiorno erano poco più di 230mila, la gran parte (81,2%) avevano un titolo di lungo periodo. Dopo lo scoppio della guerra si sono registrati consistenti nuovi arrivi in Italia, con un picco nel mese di maggio 2022. Nei mesi successivi, poi, gli ingressi si sono largamente ridotti e, alla fine del 2022, si contavano in Italia circa 146mila cittadini ucraini sotto protezione temporanea, di cui quasi 54mila minori. All’inizio del 2023 si è registrata una media di poco meno di 350 nuovi permessi al mesi contro i 67mila rilasciati tra il 2 marzo e il 30 aprile 2022 e di altri 27mila permessi rilasciati tra maggio e luglio.
Cala la natalità tra gli stranieri
Il report di ISMU ha evidenziato un altro aspetto molto importante: il calo di natalità tra gli stranieri in Italia. La curva della natalità dal 2002 al 2022 è partita dalle 34mila nascite del 2002 per arrivare alle 53mila del 2022 passando per le 80mila del 2012 che rappresenta il massimo. La curva dimostra come i tassi di natalità tra gli stranieri stanno convergendo verso quelli italiani: dai 23,5 nati per mille abitanti del 2004 (con oltre 14 punti di vantaggio sugli autoctoni) si è scesi nel 2022 a un più modesto 10,4 per mille (con solo circa 4 punti in più). Ciò nonostante l’apporto dei nuovi nati dagli stranieri svolge ancora un ruolo importante nel “compensare” i bassi livelli di natalità del nostro Paese.
Nelle scuole italiane gli alunni con background migratorio rappresentano il 10,6% degli iscritti. Nell’aprile del 2023 il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha certificato la presenza di 888.880 alunni con entrambi i genitori stranieri per l’anno scolastico 2022/23. A tale ritmo di crescita, si presume che in circa 10 anni si potrà arrivare al traguardo di un milione di alunni con background migratorio.
Gli studenti con cittadinanza non italiana (CNI) hanno origini in quasi 200 Paesi differenti. Il 44% circa di essi è di origine europea, più di 1⁄4 è di origine africana, attorno al 20% di origine asiatica e quasi l’8% dell’America latina. Al 13 giugno 2022 sono stati 27.506 gli studenti ucraini accolti nelle scuole: 12.713 nelle primarie, 6.148 nelle scuole dell’infanzia, 6.086 nelle secondarie di primo grado e 2.559 nelle secondarie di secondo grado. Altri 3.019 sono stati accolti dai Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti.
Stranieri e lavoro
Nel 2022 il tasso di occupazione è tornato ai livelli pre Covid. Il 21,7% dei lavoratori è straniero. Nel 2022 il 10,8% della forza lavoro tra i 15 e i 64 anni è stato rappresentato dagli stranieri. I comparti che contano maggiormente la presenza di stranieri sono quello dei servizi personali e collettivi (31,6%), agricoltura (17,7%), ristorazione e turismo (17,3%), costruzioni (15,6%).
I livelli retributivi che si registrano per queste figure professionali le fanno rientrare nel cosiddetto “lavoro povero”. Le donne lavoratrici sono penalizzate e tra queste soprattutto le donne extra-UE. Tra i fattori penalizzanti: bassi livelli di istruzione e competenza linguistica, difficoltà sul fronte della conciliazione con gli impegni familiari, esposizione alla discriminazione.
Rispetto agli altri Paesi, l’Italia attira immigrati poco istruiti: il 50% degli immigrati ha una bassa istruzione mentre solo il 12% possiede una laurea. Bisogna dire anche molti di loro hanno un titolo di studio non riconosciuto in Italia.
Con 1.057.620 di persone assunte, il 2023 è stato un anno record per le assunzioni di personale immigrato. Il quadro tracciato dal report vede da un lato la consapevolezza crescente da parte di diversi Paesi europei dell’importanza della forza lavoro proveniente dall’estero; dall’altro politiche dominate dalla preoccupazione di ridurre i flussi migratori irregolari.
In copertina foto di Gerd Altmann da Pixabay