Dopo i tragici fatti del “Maracanazo”, il campionato mondiale di calcio tornò nel 1954 più precisamente in Svizzera per una delle più significative edizioni mai svolte nella storia di questa competizione. Questo mondiale segnò anche una delle prime trasmissioni sportive in diretta per la neonata Rai italiana.
Il paese organizzatore e qualificazioni
Per i primi 50 anni di vita della FIFA, l’organizzazione della quinta edizione fu in pratica una sorta di “mondiale fatto in casa”. La Federazione, quindi, decise di lasciare alla Svizzera l’onore d’essere il paese organizzatore.
Scelta la location bisognava decidere le sedici squadre da portare nella terra svizzera. Oltre alla nazionale di casa anche l’Uruguay ottenne la qualificazione diretta al torneo. Le altre dovevano passare per le qualificazioni. Per l’Italia erano ormai passati vent’anni dall’ultimo turno di qualificazione che fu una semplice formalità vista la doppia vittoria contro l’Egitto.
Gli altri tredici posti furono occupati dalle esordienti Turchia, Scozia e Corea del Sud insieme a nazionali dal calibro di: Belgio, Cecoslovacchia, Francia, Messico, Brasile, Jugoslavia, Inghilterra, Ungheria ed infine la Germania Ovest che quattro anni prima era stata esclusa per le questioni della seconda guerra mondiale.
Il torneo
La fase a gironi del mondiale svizzero fu una delle più caotiche mai avvenute. Le squadre furono divise in quattro raggruppamenti da quattro squadre. Le prime due di ogni gruppo avrebbero guadagnato l’accesso ai quarti di finale. In tutti i raggruppamenti ci fu un caso di arrivo a pari punti.
Con i gruppi 2 e 4, che vedevano l’arrivo a pari punti della seconda e della terza classificata, si procedette ad uno spareggio che vide la vittoria della Germania Ovest e con sorpresa della Svizzera ai danni della Turchia e dell’Italia (sconfitta pesante visto il 4 a 1 finale. Inoltre gli azzurri durante la partita contro il Belgio aggredirono l’arbitro del match nel cammino verso gli spogliatoi per una rete ingiustamente annullata).
I gruppi 1 e 3 videro un semplice sorteggio per determinare la prima classificata. Uruguay e Brasile “s’imposero” su Jugoslavia ed Austria. Le altre nazionali che si qualificarono ai quarti di finale furono Inghilterra ed Ungheria.
I quarti e “La battaglia di Berna”
Il secondo turno del mondiale svizzero si svolse tra il 26 ed il 27 giugno del 1954 e vide l’uscita di Inghilterra, Svizzera, Jugoslavia e Brasile a favore di Uruguay, Austria, Germania Ovest e Ungheria.
In particolare, la partita tra i verdeoro e i magiari fu particolarmente cruenta e dura. Il match fino al secondo tempo fu molto tirato con gli ungheresi in vantaggio per 2 a 1. Il terzo gol ungherese segnò il cambio di direzione dell’incontro che vide la doppia espulsione contemporanea di Santos e Bozsik per scorrettezze reciproche e successivamente anche del brasilano Humberto mentre gli ungheresi persero per infortunio il giovane attaccante Toth. Al termine della partita si raggiunse il livello massimo di tensione non solo in campo ma anche negli spogliatoi con un fotografo brasiliano che aggredì un poliziotto svizzero con un pugno. L’autore dell’aggressione si vide facilitata la fuga dal connazionale Castilho che trattenne il tutore dell’ordine. Tornando negli spogliatoi, invece, Puskas e Pinheiro iniziarono a discutere animatamente e a gesti, vista la scarsa comprensione linguistica, sull’atteggiamento dei giocatori in campo. La discussione si trasformò in colluttazione con l’ungherese che spaccò una bottiglia in testa al brasiliano che fece scoppiare una enorme rissa che vide coinvolte entrambe le squadre, i dirigenti e i fotografi e venne sedata solamente dall’intervento della polizia. Dal punto di vista regolamentare, gli avvenimenti dentro e fuori dal campo (seppur presenti all’interno del rapporto dell’arbitro Ellis) non ebbero conseguenze per le due nazionali. La FIFA, infatti, lasciò alle due federazioni nazionali il compito di emanare le eventuali sanzioni.
Le semifinali furono più tranquille ed all’insegna del bel gioco. La partita tra Uruguay ed Ungheria vide di fronte le due squadre più forti dell’epoca. Il pubblico di Losanna fu testimone di una delle più belle partite di calcio della storia che si concluse con la vittoria dei magiari per 4 a 2. La seconda semifinale vide la netta vittoria della Germania Ovest contro l’Austria per 6 a 1 e le preoccupazioni della vigilia sulla sicurezza (visto i recenti avvenimenti storici degli anni ’40) furono dissolte dal clima disteso dei giocatori e dei tifosi sugli spalti.
Il miracolo di Berna e la disfatta della “Squadra d’oro”
L’atto finale vedeva Germania Ovest contro Ungheria. I tedeschi arrivavano al mondiale da assoluti “outsiders”. Nessuno si aspettava un’affermazione del genere visto che fino al ’54 il loro miglior risultato fu il terzo posto al mondiale italiano del ’34. Il CT Sepp Herberger poteva contare su tanti giocatori di talento tra cui gli attaccanti Fritz Walter e Helmut Rahn ed il centrocampista Horst Eckel (soprannominato “Windhund” per via del suo gioco molto veloce).
Dall’altra parte l’Ungheria. Vittorio Pozzo, terminata la carriera da allenatore passò a quella da giornalista, nel suo articolo nella prima pagina del quotidiano “La Stampa” del 28 giugno 1954 non aveva dubbi su chi avrebbe vinto il mondiale svizzero: i magiari. Non è un mistero sapere che la nazionale ungherese era considerata praticamente imbattibile, erano soprannominati “Aranycsapat” ovvero “Squadra d’oro”. Al suo interno trovavamo un vera e propria generazione di fenomeni che fece piazza pulita di tutti titoli disponibili. Infatti furono i magiari a vincere l’oro olimpico ad Helsinki ’52 e la coppa internazionale 1948- 1953. Inoltre fu la prima nazionale non britannica a battere in Inghilterra i padroni di casa col pesante punteggio di 6 a 3. L’Ungheria non perdeva da ben quattro anni, era imbattuta da 28 partite ufficiali.
Ma da chi era composta questa squadra così fantastica? La maggior parte dei giocatori provenivano dalla Honved di Budapest come ad esempio il portiere Grosics, il difensore Lorant, i centrocampisti Czibor e Budai e l’attaccante Kocsis. Il vero leader del gruppo però era un vero e proprio fenomeno, uno dei calciatori più dotati tecnicamente di tutti i tempi: Ferenc Puskas.
L’Ungheria arrivò alla partita finale segnando caterve di gol ma anche con forti danni fisici e “psicologici”. Erano infatti riusciti a superare, con grande sforzo e fatica, il Brasile (nella già citata “Battaglia di Berna”) e l’Uruguay (in semifinale dopo uno stupendo ma sfiancante incontro) con un Puskas che ancora lamentava dolori alla caviglia che gli aveva fatto saltare le due precedenti partite.
Il Wankdorfstadion di Berna (abbattuto nel 2001) era pronto ad ospitare la quinta finale mondiale. Oltre 60mila tifosi erano giunti ad assistere al match diretto dall’inglese William Ling. Il campo si presentava abbastanza particolarmente molle a causa di una forte pioggia caduta poco prima dell’inizio del match, il che rendeva il terreno di gioco favorevole alla maggiore potenza atletica della Germania Ovest. Inoltre, questa è stata la prima occasione dal 1945 nella quale fu eseguito l’inno nazionale tedesco.
Le squadre scendevano in campo con un 3-2-5. I magiari partirono a mille segnando per due volte in meno di 10 minuti con Puskas e Czibor. I tedeschi però riuscirono subito a reagire grazie alla rete di Morlock per poi pareggiare con Rahn. Il primo tempo si concluse sul punteggio di 2 a 2 con la Germania Ovest forzata a difendersi dall’incredibile pressing ungherese purtroppo inconcludente.
Il secondo tempo vide la ripresa della pioggia. La partita si fece molto dura ed a sei minuti dalla fine, in un campo ormai coperto dalle nuvole e con la scarsa visibilità a causa del tramonto, la Germania Ovest siglò la rete della vittoria con Rahn che risolse (con un potente diagonale rasoterra) una caotica mischia in area. Gli ultimi minuti di gioco videro gli ungheresi completamente in attacco alla ricerca di un disperato pareggio che vide Puskas segnare ma in fuorigioco e Czibor sprecare il gol del pareggio a tu per tu con il portiere Turk. Il risultato non cambiò e la Germania Ovest si laureò, per la prima volta, campione del mondo. I tedeschi erano riusciti a battere la “squadra d’oro” dopo ben quattro anni di imbattibilità. Al termine del match, il capitano ungherese Puskas strinse la mano sportivamente al capitano tedesco Walter.
Il “post-partita”
La sconfitta del 1954 segnò, dal punto di vista calcistico, la fine della “squadra d’oro” che si “sciolse” definitivamente nel 1956 con lo scoppio della “Rivoluzione Ungherese” e la nazionale magiara non riuscì mai a ritrovare una squadra di quella forza e talento. La delusione, in casa ungherese, era tanta e dopo le accuse di “complotto” formulate dalle autorità comuniste si arrivò alle primi voci di doping della squadra tedesca.
Pochi giorni dopo la finale, alcuni giocatori della Germania Ovest furono ricoverati in ospedale per una misteriosa infezione con ittero e il dubbio si infittii con il ritrovamento di alcune fiale negli scarichi dei bagni della squadra tedesca. Le accuse non furono mai completamente sciolte anche dopo le dichiarazioni dei dirigenti tedeschi che descrivevano quelle come glucosio e vitamina C.