Vite ordinarie e sentimenti universali
“Storia di Ettore L.” di Rocco Della Corte edito da Scatole Parlanti, è una raccolta di 12 storie, che raccontano la vita, in apparenza banale, di una serie di personaggi. Il quotidiano diventa il terreno su cui affrontare temi universali,drammi comuni in cui ognuno di noi può ritrovare un pezzo della propria storia.
Ed Ettore L.? Ettore L. è un protagonista atipico, perché appare e scompare, è un personaggio “sparso”, come ci dirà l’autore durante l’intervista, una presenza che si carica di spessore alla fine del libro, trasformando le storie e i racconti in un tutto unico, in una sorta di romanzo.
Ettore è li che osserva tutti. Si incuriosisce all’ex tranviere che va in giro con il suo inseparabile cane; guarda due giovani che si incontrano per non rivedersi mai più; osserva un colto senza tetto, che trascina i suoi stracci di storia sempre nello stesso luogo.
Rocco Della Corte è un giornalista, laureato in Lettere e specializzato in Filologia. Ha pubblicato due volumi di saggistica (“L’umorismo cosmico. Scritti su Achille Campanile” e “Giorgio Bassani professore «fuori le mura»”, quest’ultimo assegnatario della menzione speciale del “Premio Nissim Haggiag” 2018). Storia di Ettore L. è il suo esordio narrativo.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare alcune battute con l’autore Rocco Della Corte e ci siamo fatti raccontare qualcosa in più sul suo romanzo e sulle peculiarità del protagonista.
“Storia di Ettore L.” di Rocco Della Corte
Iniziamo dal titolo. Perché Ettore “L”.? “L” puntato sta per?
L. puntato sta per “Lettore”. Una sorta di gioco su un palindromo imperfetto, per lavorare sull’identificazione del lettore con il personaggio e con i personaggi. Tutti noi siamo protagonisti di alcune storie, comprimari di altre, comparse di altre ancora.
Ettore è il protagonista del suo romanzo, un personaggio atipico, che lei definisce “sparso”. Ci può spiegare meglio questa caratteristica?
Il fatto che sia protagonista viene fuori solo con il punto di vista finale. Direi che è “sparso” perché effettivamente come personaggio si trova un po’ buttato a caso nelle varie storie, non sembra avere una particolare rilevanza ai fini della narrazione ed effettivamente non ne ha fino all’ultima pagina. Proprio il suo essere sparso in diverse parti della scrittura fa di questa raccolta di racconti un piccolo romanzo diffuso.
Per la creazione dei suoi personaggi a cosa si è ispirato? Ha attinto dalla realtà (persone effettivamente conosciute) oppure sono figure di pura fantasia?
Sarebbe ingenuo pensare che, almeno inconsciamente, io non abbia avuto ispirazioni reali. Però non è una componente fondamentale della scrittura: non so se esistono effettivamente i personaggi menzionati, magari sì o magari mi hanno ispirato e non ne sono cosciente. Di sicuro la fantasia ha agito pesantemente, modellandoli, costruendoli, plasmandoli sempre secondo un criterio di verosimiglianza.
C’è un messaggio che ha voluto lanciare ai lettori attraverso le storie che racconta? Qualcosa su cui riflettere?
Onestamente non ho pensato ad un messaggio univoco, anche se alla pubblicazione del libro questa domanda è stata ricorrente e inevitabile. Potrei dire che il quotidiano è l’unica vera linfa della letteratura, anche quella più fantastica: abbiamo bisogno di punti di riferimento, di scritture in cui porci in maniera drastica, apprezzando o respingendo un personaggio. La drasticità della letteratura e il nutrimento che essa vive dalla realtà sono i veri messaggi che si possono trarre.
Lei ha scritto già alcuni libri di saggistica, e “Storia di Ettore L.” è il suo primo romanzo. Quando ha capito che era il momento di orientarsi verso un altro genere?
Non l’ho capito, e in realtà non so se ho fatto bene a orientarmi verso un altro genere! Di sicuro ci sono delle fasi dell’esistenza insignificanti per molti e cruciali per noi. Come quando si capisce cosa si vuol fare da grandi: non significa rinnegare il cammino fatto, ma ampliare la prospettiva futura. La narrativa è un ampliamento: spazio alla fantasia e assorbimento dei timori e delle vergogne.
Che progetti ha per il futuro?
Ho avuto contatti con una casa editrice importante, una fra le prime tre nazionali, per un lavoro da pubblicare a inizio estate. Ci sono in piedi anche altri due discorsi, uno nel campo saggistico e uno nel campo della narrativa. Vedremo.