Lo stop al Decreto Crescita nel calcio, approvato dal Consiglio dei Ministri del 28 dicembre, avrà importanti ripercussioni sul mondo del pallone italiano.
Cos’era il Decreto Crescita?
Il Decreto Crescita, introdotto nel 2019, prevedeva innanzitutto una riduzione dell’aliquota IRPEF dal 27% al 19% per i lavoratori dipendenti e autonomi che trasferivano la propria residenza fiscale in Italia per un massimo di cinque anni. Questa agevolazione è stata ampiamente sfruttata dalle società di calcio italiane per ridurre il costo del lavoro dei calciatori stranieri, che rappresentano la maggioranza dei giocatori della Serie A.
Quali saranno le conseguenze?
Con lo stop al Decreto Crescita, le società di calcio italiane dovranno pagare il 27% di IRPEF su tutti gli stipendi dei calciatori, indipendentemente dalla loro nazionalità. Questo significa che i club dovranno soprattutto sostenere un costo maggiore per i propri giocatori, che potrebbe portare a una riduzione della spesa sul mercato e a un abbassamento del livello tecnico del campionato.
Inoltre, lo stop al Decreto Crescita potrebbe rendere più difficile per le società di calcio italiane competere con le squadre di altri paesi, che spesso beneficiano di agevolazioni fiscali simili.
Ecco alcuni possibili scenari che potrebbero verificarsi in seguito allo stop al Decreto Crescita:
- Riduzione della spesa sul mercato: le società di calcio italiane potrebbero ridurre la spesa sul mercato per i calciatori, preferendo puntare su giocatori più giovani e meno costosi. Questo potrebbe portare a un abbassamento del livello tecnico del campionato.
- Aumento delle tasse per i calciatori: i calciatori stranieri potrebbero richiedere un aumento degli stipendi per compensare la perdita delle agevolazioni fiscali. Questo potrebbe portare a un aumento dei costi per le società di calcio.
- Difficoltà a competere con le squadre di altri paesi: le società di calcio italiane potrebbero avere più difficoltà a competere con le squadre di altri paesi, che spesso beneficiano di agevolazioni fiscali simili. Questo potrebbe portare a un ulteriore aumento del divario tra il calcio italiano e il calcio europeo.
La Lega Serie A ha espresso la propria contrarietà allo stop al Decreto Crescita, definendolo soprattutto un “errore” che “compromette la competitività del calcio italiano”.