Alabastro, arenaria, granito, porfido, serpentinite, lapislazzuli sono solo alcuni dei 22 tipi di pietre presentati nella app “Stone. Pietre Egizie”.
Stone. Pietre egizie: le meraviglie del Museo Egizio
Grazie a un team composto da geologi, egittologi, archeologi e informatici, il pubblico ha oggi a disposizione un nuovo strumento per conoscere i reperti della collezione del Museo Egizio in una chiave di lettura diversa.
Sono stati scelti 50 diversi reperti, disposti in 11 sale, selezionati per importanza storica, ma soprattutto per tipologia del materiale lapideo col quale sono stati scolpiti e lavorati. A questi si aggiunge il prezioso “Papiro delle miniere”, la più antica carta geologica mai realizzata, che vanta oltre 3000 anni di storia, risalente al Regno di Ramesse IV.
L’Egitto è un Paese di grande ricchezza dal punto di vista lapideo, che gli antichi Egizi hanno saputo sfruttare al meglio, lasciandoci reperti di straordinaria bellezza e testimonianze preziose della cultura materiale dell’epoca, oggi esposti nelle sale del museo torinese.
Stone. Pietre egizie: come funziona l’app
All’interno dell’app, il pubblico può scegliere tra più percorsi: concentrarsi sui capolavori, seguire il percorso cronologico, osservare le tipologie di roccia a livello macro e microscopico, conoscere le cave dalle quali i materiali venivano estratti, aiutati anche da un prezioso glossario che riporta i termini più specifici. La sezione dedicata alle curiosità offre contenuti su estrazione, studio e lavorazione e fornisce gli strumenti per indagare le rocce, oltre alla possibilità di osservare una statua della dea Sekhmet a 360 gradi, grazie alla scansione 3D.
L’applicazione, ideata dal Professor Alessandro Borghi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino e sviluppata dalla Dottoressa Denise Valentino laureata in Scienze dei materiali per i beni culturali, è disponibile gratuitamente grazie al contributo finanziario della Fondazione CRT, nell’ambito dei progetti “Ricerca e Istruzione”.
La collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della Terra e il Museo Egizio ha avuto inizio già alcuni anni fa, con l’apertura delle Gallerie della Cultura Materiale, un percorso parallelo all’allestimento permanente che ospita circa 20.000 reperti, suddivisi per materiale e tipologia, per il quale è stata realizzata una mappa a parete che mostra la collocazione delle pietre in Egitto e dotata di alcuni campioni di materiali lapidei che i visitatori possono toccare per percepire le differenze tra grezzo e lavorato.
Questa applicazione va ad arricchire l’offerta culturale che il Museo Egizio propone al pubblico, come risultato delle attività di studio e ricerca condotte sulla cultura materiale dell’antico Egitto, preziosa testimonianza dell’ingegno dell’uomo e del profondo legame con la terra in cui ha vissuto.