Adamaria Perrotta è il simbolo delle eccellenze italiane che grazie alle materie STEM, ha ottenuto una brillante carriera all’estero . La sua competenza, il grande valore ed il coraggio di chi non osa fermarsi, sono stati elementi vincenti. Oggi la Dott.ssa Perrotta è insegnante di Finanza Matematica e Computational Finance (STEM) nella prestigiosa Università statale di Dublino (UCD).
In Italia solo una donna su sei sceglie un percorso universitario nelle materie STEM, Adamaria è l’esempio pratico del grande potenziale, che può avere una laurea in queste materie (STEM) e soprattutto di quanto le donne siano in grado di trasformarle in un eccellente percorso di carriera.
In questa intervista la dott.ssa Perrotta ci spiega al sua scelta coraggiosa, ma mai azzardata, perché quando si ha consapevolezza delle proprie capacità bisogna solo fare in modo che il momento giusto arrivi.
Qual è il tuo percorso professionale, gli studi STEM e le esperienze che ti hanno portato all’attuale posizione di oggi?
Mi sono laureata in Matematica alla Federico II e successivamente ho fatto il concorso per il Dottorato di Ricerca. La Prof. Mariarosaria Tricarico rappresentante dei genitori della mia classe al liceo e Professore Associato di Analisi Matematica alla Federico II, ha costantemente insistito affinché mi iscrivessi a matematica, e una volta laureata, che intraprendessi la carriera accademica. Quasi per farla felice, ho studiato per il concorso di dottorato. Ho vinto la borsa di studio e così ho iniziato.
La mia ricerca a quei tempi era in matematica “pura”, su argomenti di Analisi Matematica. Dopo il dottorato sono stata professoressa a contratto per tre anni, insegnando Analisi Matematica 1 e 2 nelle varie facoltà di ingegneria, fisica e biologia. Per questi insegnamenti ricevevo un compenso che può essere definito un “rimborso spese”, mi dividevo tra la Federico II, la Parthenope e la Vanvitelli.
Dopo tre anni in giro per le università della Campania, ho capito che aveva senso guardarsi intorno e provare a cambiare qualcosa nella mia vita, abbandonando il sogno universitario.
Ho quindi seguito, per puro caso, un corso di Teoria di Rischio Finanziario, tenuto alla Federico II dal Dott. Corrado Meglio, attualmente Senior Manager presso la Banca di Credito Popolare e Vice Presidente dell’AIFIRM (Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers). E’ stato, insieme a Mariarosaria, un’altra delle persone “significative” della mia vita lavorativa.
Il corso era strutturato in modo non tradizionale, con una serie di workshop ed eventi tenuti da professional di vari sotto settori del mondo finanziario. Data la mia necessità di cambiare carriera, ho avuto il coraggio di introdurmi a Corrado e di fermare i vari speakers alla fine di ogni talk, in modo da capire quali opportunità ci fossero in giro e che potenziale di impiego avessi io. Guidata da Corrado ho iniziato a mandare CV nelle aziende finanziare e a fare colloqui.
Sono quindi stata assunta nel 2011 come Financial Analyst nella unita’ di Derivatives Pricing and Financial Risk Management presso Prometeia, Bologna.
Alla mia domanda “come mai mi avete assunto, visto che so poco di Finanza e sono essenzialmente un matematico?”, il mio capo ha risposto: “Per fare questo mestiere, l’analista finanziario, serve la finanza matematica. Tu hai un dottorato di ricerca in matematica, la finanza la impari in 6 mesi. Uno con un dottorato in Finanza non impara la matematica che sai tu nemmeno in 10 anni”.
Così con tanta umiltà, fatica e talvolta frustrazione, ho intrapreso questa carriera a 30 anni e da entry level, nonostante avessi un dottorato, con colleghi molto più piccoli di me come superiori. Ho lavorato lì per 4 anni, imparando tanto, fino all’inizio del 2016, quando sono andata via dando le dimissioni da un posto a tempo indeterminato.
Come hai maturato la scelta di fare un colloquio per un lavoro all’estero?
Quando lavori in un settore dinamico come la finanza, dopo un po’ devi cambiare azienda, per vedere cose diverse, evolverti, imparare. Quindi il mio cambio di azienda era già nella mia mente. Ma l’estero è arrivato per motivi di natura strettamente personale. Il mio compagno di allora, con cui avevamo intrapreso insieme la carriera universitaria e poi il cambio di lavoro in azienda, ha deciso, dopo un master in Finanza Matematica, di provare a lavorare all’estero. Così nel 2014, si è spostato a Dublino ed io sono rimasta a Bologna.
Nel 2016, dopo due anni di relazione a distanza ed un numero non quantificabile di voli, ho capito che dovevo nuovamente prendere una decisone, serviva un cambio. Così ho maturato la scelta di spostarmi ed ho iniziato a fare colloqui a Dublino dall’Italia. Le assunzioni all’estero sono così veloci che tra dimissioni e trasloco, nessuno mi offriva un posto per iniziare dopo tre mesi. Così mi sono dimessa da Prometeia e sono partita senza un lavoro.
Ci tengo a sottolineare che la mia scelta non è stata avventata, conoscevo il mio curriculum e le opportunità che ci sono all’estero per un curriculum come il mio, ed ero certa che in 6 mesi un lavoro lo avrei trovato.
Qual è la professione che ricopri attualmente all’estero?
Quando mi sono trasferita a Dublino facevo solo colloqui in aziende, convinta che l’Università fosse un capitolo chiuso.
Il giorno prima di partire per Dublino ho preso un caffe’ a Napoli con Bruno Volzone, oggi Professore Associato alla Università Parthenope.
Bruno ha rimesso sul piatto il discorso Università, visto che mi spostavo in un paese meritocratico e che premia le eccellenze. Di fronte al mio “no ”, lui ha insistito ed ha iniziato a fare ricerche di posizioni universitarie. Mi ha inviato il link per una posizione aperta allo UCD (University College Dublin )a tempo indeterminato ,come Ricercatore in Finanza Matematica nel dipartimento di Matematica.
Lo UCD è la più grande Università pubblica in Irlanda.
Ovviamente non ero pronta a sostenere questa ulteriore delusione accademica, quindi ho risposto seccamente al mio amico “Bruno, no”. Ma lui non ha desistito, fino a che, per sfinimento, ho inviato il curriculum. Sono stata chiamata al colloquio dopo circa due mesi. Il colloquio è consistito in due prove, una presentazione di 20 minuti su un tema inerente alla materia, indirizzato ad una general audience, ed un colloquio di 45 minuti su esperienze di insegnamento, ricerca, management e leadership e su Equality Diversity ed Inclusion.
Ho fatto il colloquio convinta che sarebbe stata una nuova delusione. Due ore dalla fine del colloquio mi hanno telefonato. Il posto a tempo indeterminato presso la più grande Università statale di Dublino era mio, due mondi che si univano: l’Università e l’esperienza in azienda. Ed il posto è stato vinto da una donna italiana in Finanza, che non sapeva nemmeno dove fosse lo UCD.
Mi sono trasferita a Dublino a febbraio 2016, ad aprile ho firmato il contratto, a Settembre dello stesso anno ho iniziato.
Oggi sono Assistant Professor, insegno Finanza Matematica e Computational Finance. Faccio ricerca in Financial Risk Management e Computational Finance ed in Computational Finance Education (metodi innovativi di insegnamento in Computational Finance). Ho collaborazioni internazionali e due studenti in dottorato.
Inoltre, qui ho avuto la fortuna e la possibilità di creare due corsi di laurea da zero, il Bachelor in Financial Mathematics nel 2016 e l’MSc in Financial Mathematics nel 2021. Di entrambi sono il direttore. Ho contatti con aziende, mi occupo di Erasmus, Progetti presso Aziende, Internships e placement. Ad oggi ci sono circa 40 studenti all’anno e un tasso di impiego del 100% a tre mesi dalla laurea.
Da novembre 2021 sono diventata il rappresentante dello UCD nel National Board per il Community Engaged Learning, un nuovo progetto Europeo che prevede l’integrazione dell’insegnamento nella comunità, tramite progetti che gli studenti devono svolgere nelle ONG, Associazioni di Volontariato. Ogni università ha un solo rappresentante, io sono quello dello UCD.
Quali sono le differenze di approccio che ritrovi nel mondo del lavoro estero e quello italiano. Rispetto della categoria , professionalità, sviluppo di carriera?
L’approccio all’estero è molto più fluido, meno gerarchico che in Italia. Ti dà l’opportunità di esprimerti, creare, sperimentare, cambiare. Ed è meritocratico. Come tutti gli ambienti meritocratici però, ha i suoi pro ed i suoi contro. Se non lavori bene, ne paghi le conseguenze e puoi essere licenziato, anche se il posto è a tempo indeterminato.
Inoltre, c’è molto più rispetto per la vita personale e familiare. Ad esempio, una donna non viene vista male se è incinta, anzi, il datore di lavoro offre flessibilità e adattabilità alle tue esigenze. Flessibilità però non significa meno produttività. Il lavoro va consegnato, sono flessibili sul quando puoi farlo, non sul come.
E sullo sviluppo di carriera, non devi chiedere una promozione, la ricevi se sei molto bravo e meriti, perche’ il datore di lavoro investe sulle tue eccellenze pur di non perderle.
Cosa consigli alle giovani laureande, che vogliono intraprendere la tua stessa carriera universitaria nelle materie STEM?
Il mio consiglio e’ di non demordere e di non rinunciare a priori perché è difficile, con la consapevolezza di essere pronte a spostarsi, a viaggiare, a cambiare paese, magari per poi rientrare.
Ma se ci si siede in attesa del “proprio turno”, la frustrazione e la svalutazione della propria persona possono diventare pericolose. Bisogna parlare con persone, confrontarsi, creare network, tutto si basa su quello. E poi studiare costantemente, aggiornarsi, leggere tanto.
Cosa si dovrebbe fare nel nostro paese per spingere le ragazze neo diplomate a scegliere gli studi universitari nelle categorie STEM?
Il mondo STEM, anche all’estero, è ancora molto maschile, ma ciò si basa sullo stereotipo che alcuni lavori sono maschili, altri femminili; uomini e donne sono complementari sul posto di lavoro, e servono entrambi, in egual misura, qualunque sia il lavoro.
Ma per cambiare questa cosa, bisogna romprere lo schema ed intraprendere queste carriere. Non e’ la politica che deve imporre delle “quote”, dobbiamo agire, intraprendere queste carriere. Sono solo gli atti veri e concreti che cambiano le cose.