Ci risiamo, ogni volta è sempre la stessa storia, siamo sempre alle solite.
Se un albero cade in una foresta e a filmarlo non c’è nessuna tv che lo manda in onda è come se non fosse mai caduto.
Abbiamo fatto in maniera di assuefarci anche alla morte, anzi fra poco attiviremo anche un bookmaker che si occupi di stilare precisamente la classifica della morte di serie A e di serie B.
Due fatti: la morte del povero Salvatore che solo per passeggiare tranquillamente per strada si è beccato dei calcinacci in testa che lo hanno portato a morte dopo pochi giorni.
Gaza, ancora bomardamenti a seguito dell’inasprirsi delle contrapposizioni fra coloni e palestinesi e dopo i sequestri e le uccisioni a sangue freddo che ne sono succedute.
Basta fare un giro, una rassegna stampa delle notizie odierne, per vedere la giusta indignazione per Salvatore e l’assurdità della sua morte con i soliti patetici politicanti, pateticissimi giornalisti e pluripatetici (o anche peripatetici) giornali di carta e online, che si accapigliano per attaccare il comune, il sindaco, le autorità costituite s’indignano per il povero ragazzo che colpito da calcinacci ci ha rimesso la vita.
Ben si guardano, però, d’indignarsi per l’eccidio che sta radendo al suolo Gaza dove bambini, ragazzi e non solo, rimangono da giorni schiacciati sotto le macerie delle bombe israeliane.
La morte di uno o di cento ragazzi non dovrebbe fare differenza, almeno nella deprecazione, ma qui da noi tutto cambia e anche in questo stiamo diventando miopi e “razzisti” stiamo stilando la classifica della morte c’è quella di serie A e quella di serie B!
La pantomima del dolore, l’esecrazione delle responsabilità vale per il sindaco (anche da parte di esponenti trasversali da destra a sinistra che hanno governato e non hanno mai fatto opposizione per legislazioni intere) e per gli amministratori comunali e non per chi ha il solo “vantaggio” di non sedere a palazzo S.Giacomo.
Intendiamoci, l’incuria della città è palpabile e va focalizzata e denunciata; anche se ci chiediamo tutti i Savonarola che oggi girano con il naso indigatore all’insù e la garrota in mano fino a ieri dove erano?
Ciò di cui stiamo parlando è altro: la morte. Quella che dvrebbe essere uguale ad ogni latitudine e dovrebbe far inorridire parimenti se viene a prendersi una giovane vita napoletana o israeliana o palestinese.
Noi siamo il Paese dell’incocludenza totale: guardiamo di sbieco gli immigrati, chiediamo giustizia sommaria per rom e homeless, ci sembra assolutamente normale definire spregitivamente autistico il nostro interlocutore ci chiudiamo sempre di più; abbiamo eletto l’improperio sciatto e fine a stesso quale lessico moderno e ci crogioliamo di voler contare bigliettoni e centesimi nelle tasche dei politici ma guai a toccare il nostro orticello, conta solo il nostro piccolo mondo antico.
A Salvatore.
A Vittorio.
Alle vittime senza nome di Gaza.