Statue greco romane: al via le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. E’ una storia antica e al tempo stesso attuale quella dei Bronzi di Riace. Avvistati da un sub e ripescati in mare dai carabinieri al largo di Porto Forticchio, a pochi chilometri da Riace, città simbolo di accoglienza, le due statue sono diventate il simbolo dell’arte e della cultura della Calabria, un tempo culla della Magna Grecia. Tra le istituzioni che hanno deciso di unirsi alle celebrazioni c’è anche il Metropolitan Museum di New York.
Il ritrovamento
Il 16 agosto del 1972, Stefano Mariottini, un giovane sub dilettante, si era immerso nelle acque al largo di Riace per pescare. Sul fondale, a 8 metri di profondità, vide adagiate due statue bronzee rappresentanti due uomini. Le due statue erano adagiate, l’una sul dorso e l’altra, quella che al braccio recava uno scudo, sul fianco. Una squadra di sub del Centro subacquei dell’Arma dei Carabinieri iniziò le operazioni di recupero. Le statue furono riportate in superficie i giorni 21 e 22 agosto con l’ausilio di un pallone gonfiato con l’aria delle bombole. Le prime operazioni di pulizia delle statue dalle concrezioni marine, condotte dai restauratori del Museo
nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria, durarono fino al gennaio del 1975. La scarsità di mezzi tecnici rese necessario il trasferimento dei due reperti presso il Centro di Restauro della Soprintendenza Archeologica della Toscana, nato a Firenze dopo l’alluvione del 1966, che era molto più attrezzato. Nella città del David, i due bronzi rimasero fino al dicembre del 1980 quando furono esposti per la prima volta al pubblico dal Museo Archeologico di Firenze. Dopo una breve tappa a Roma, trovarono la loro definitiva collocazione presso il Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.
Statue greco romane: chi sono i Bronzi di Riace?
Con i loro 180 cm di altezza, la posizione a chiasmo e la posizione delle braccia distanti dal corpo, le due statue danno una certa idea di potenza e vigore. La statua A, quella per intenderci con i capelli più lunghi, ha un’apparenza più aggressiva, mentre la B, che ha i capelli corti, ha una posa più rilassata. Per entrambi possiamo immaginare che portassero armi e armature. La statua B presenta, per esempio, una forma della testa come se accogliesse un elmo corinzio. Chi rappresentavano, dunque, i due uomini? Guerrieri, atleti? In questi cinquant’anni si sono succedute diverse ipotesi. Secondo Brunilde Sismondo Ridgway, che si espresse
nel 1980, i due Bronzi risalirebbero, in realtà, all’epoca romana e rappresenterebbero due guerrieri di un poema epico. Paolo Moreno, negli anni Novanta, ha, invece, ipotizzato che il Bronzo A potrebbe rappresentare Tideo, figlio del dio Ares e della dea Atena, mentre il Bronzo B potrebbe essere Anfiarao, il profeta guerriero che predisse la propria morte sotto le mura di Tebe. In quegli stessi anni l’archeologo Daniele Castrizio ipotizzò che le due statue rappresentassero Polinice (statua A) ed Eteocle (statua B), e che fossero parte del gruppo statuario opera di Pitagora di Reggio, artista molto celebrato dell’antichità.
Le celebrazioni per il cinquantennale
La storia dei due Bronzi sarà celebrata in questo anno importante con una serie di iniziative che coinvolgeranno il Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria in primis e diversi comuni calabresi. La cultura è internazionale e non ha confini, così anche un’istituzione lontana migliaia di chilometri da noi ha voluto partecipare. Ha unirsi alle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei due guerrieri con una singolare iniziativa. Il Metropolitan Museum di New York ha appena inaugurato la mostra dal titolo “Chroma Ancient Sculpture in Color”. Grazie all’intervento di Vinzenz Brinkmann e Ulriche Koch-Brinkmann, sarà possibile ammirare copie di statue famose, tra cui i due Bronzi di Riace, riprodotte secondo i colori originali. Vinzenz Brinkmann è tra i massimi esperti mondiali di policromia nell’antichità e la mostra sarà aperta fino al 26 marzo 2023.
In copertina foto tratta dall’Ente Turismo Reggio Calabria