Come iniziare a fare impresa se non aprendo una startup? La convinzione è comune a molti giovani che si affacciano al mondo del lavoro. I vantaggi per questo tipo di impresa sono indiscutibili: agevolazioni fiscali, possibilità di accesso a finanziamenti pubblici agevolati. Realtà come incubatori o acceleratori di startup, inoltre, aiutano i founder a muovere i primi passi nel mondo dell’impresa individuando percorsi personalizzati. Da quando nel 2012 l’Italia ha convertito in legge il “Decreto crescita 2.0”, si è verificata una vera proliferazione di startup innovative. Secondo i dati diffusi dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, il nostro Paese è passato dalle 1.503 realtà del 2013 alle 10.893 del 2019. Nel 2022 le startup innovative iscritte al Registro delle Imprese sono state 14.708. Questo tipo di realtà è caratterizzato, come suggerisce la definizione, da una forte connotazione innovativa, qualunque sia il settore in cui opera. Altra sua caratteristica è la crescita rapida secondo un modello di business scalabile. In parole semplici è un’azienda capace di crescere in maniera esponenziale volume d’affari, clienti e dimensioni in modo esponenziale senza per questo aumentare le sue risorse.
Startup: come iniziare
Ai dati molto incoraggianti sulla nascita delle startup dobbiamo, però, aggiungerne altri sulla loro sopravvivenza. Non dimentichiamo, infatti, che lo scopo è quello di diventare un’impresa. Anche in questo ambito abbiamo numeri molto alti. In Italia il 95% delle startup non supera il quarto anno di vita. Spesso alla base del fenomeno c’è un equivoco di fondo e, cioè, quello secondo il quale per impiantare un business di successo basti una buona idea. Quanti giovani sono affascinati (e accecati) dall’idea del garage. Dietro il successo di una startup, invece, c’è molto di più. C’è duro lavoro, sacrifici come ci spiega Nicola Zanetti, CEO e Founder di B-PlanNow, acceleratore di imprese.
In copertina foto di StartupStockPhotos da Pixabay