Lo sport durante la Seconda Guerra Mondiale com’era visto? Una domanda da porsi se vogliamo parlare del periodo storico che ha caratterizzato la prima parte del secolo scorso. Le olimpiadi di Berlino del 1936 è solo l’evento sportivo simbolo di quell’epoca ma il ruolo dello sport quasi 100 anni fa qual era?
Che sport si praticavano durante la seconda guerra mondiale?
Il periodo che va dal 1939 al 1945 è tristemente noto da chiunque. Questa volta, però, non parliamo degli eventi che hanno tragicamente contrassegnato il secondo conflitto mondiale ma del ruolo che lo sport ha avuto nei primi 40 anni del ventesimo secolo. Non è mistero, infatti, che lo sport avesse un ruolo molto importante per l’economia dei paesi di tutto il mondo. I primi anni del 1900, inoltre, vide l’origine dello sport professionistico e dei primi grandi tornei internazionali che ancora oggi conosciamo. Insomma, dando uno sguardo al periodo della seconda guerra mondiale possiamo vedere quali sono gli sport che venivano praticati:
- Atletica: lo sport, ovviamente, più diffuso ed in grado di “inglobare” il maggior numero di atleti
- Calcio: nato in nel Regno Unito alla fine del 1800, il calcio divenne in pochissimo tempo incredibilmente popolare dando vita ai primi campionati professionistici in giro per l’Europa ma soprattutto i primi campionati del mondo di calcio (denominati al tempo “Coppa Jules Rimet”)
- Boxe: la nobile arte del pugilato era sicuramente tra i primi sport in termini di “appassionati” ed atleti
- Automobilismo: la vera novità dei primi anni del 1900. Le automobili ed il brivido della velocità diedero il via alle prime gare automobilistiche anche se per la nscita della Formula 1 che tutti conosciamo dovremmo aspettare il 1950
Cosa succede nelle olimpiadi del 1936?
Nel 1936 hanno inizio le olimpiadi di Berlino. Una delle edizioni più discusse e contestate di sempre perché svolto nel pieno del regime nazista in Germania. La “nomina” come stato organizzatore dei giochi olimpici arrivò nel 1933 quando ancora la Germania era una repubblica democratica e con l’arrivo di Hitler al potere si tentò di cambiare la sede dei prossimi giorni olimpici e soprattutto di realizzare per la prima volta nella storia un vero e proprio boicottaggio ma l’idea non ebbe seguito.
I giochi olimpici di Berlino del 1936 furono un vero e proprio sfoggio di forza da parte della Germania nazista. Lo sport divenne veicolo per dimostrare quanto forte fosse lo stato tedesco. La macchina organizzativa allestita dal regime nazista fu immensa il tutto con lo scopo di dimostrare al mondo la superiorità della Germania hitleriana nei confronti delle democrazie occidentali. L’organizzazione avrebbe dovuto eliminare il ricordo delle precedenti Olimpiadi di Los Angeles.
Lo sport, quindi, come mezzo di propaganda che per la Germania si tradusse in un grande successo sportivo e sociale. Il messaggio era una solo: la Germania, distrutta e umiliata dalla sconfitta della Prima guerra mondiale, aveva ritrovato la sua grandezza.
Chi sono i giusti nello sport?
Con la definizione “Giusti nello sport” parliamo di tutti gli atleti non ebrei che hanno contribuito a salvare gli ebrei negli anni dello sterminio nazista. Gli esempi sono tantissimi e potremmo, ora, citarne qualcuno:
- Gino Bartoli: il leggendario ciclista italiano tra il settembre 1943 ed il giugno 1944 contribuì attivamente a salvare oltre 800 ebrei durante l’Olocausto
- Tadeus Geberthner: capitano della squadra di calcio polacca, soccorse gli ebrei offrendo rifugio all’interno delle librerie Gebethner & Wolff
- Zarko Dolinar: campione di tennis tavolo e primo sportivo croato a vincere un mondiale, ha sfruttato la sua popolarità per rubare e contraffare documenti d’identità
- Martin Uher, famoso calciatore della nazionale cecoslovacca, aiutò numerose famiglie ebree offrendo le proprie case come nascondiglio
Quali sono i rapporti tra sport e regimi totalitari?
Il rapporto tra sport e regimi totalitari è molto particolare. Tutti i regimi, infatti, vedevano nello sport il mezzo perfetto per la loro propaganda. Creare atleti capaci di eccellere a livello internazionale significava “pubblicizzare” e mostrare a tutti la propria forza. Lo sport, quindi, è l’occasione perfetta per affermarsi davanti a tutti. Le olimpiadi di Berlino del 1936 oppure dei due campionati del mondo conquistati dall’Italia sono gli esempi perfetti di come lo sport fosse uno strumento potentissimo per i regimi totalitari.
Che sport si praticava nei campi di concentramento?
Nei campi di concentramento si “praticavano” due sport su tutti: il combattimento ed il calcio. La lotta all’interno dei lager era una pratica tristemente comune. I prigionieri venivano messi l’uno contro l’altro in combattimento per il puro piacere dei loro carcerieri. In rari casi, i comandanti delle SS presenti nei lager affrontavano i prigionieri dei campi di concentramento ma vincere quegli incontri significava perdere la vita.