Tra le spiagge della Sicilia Punta Bianca è una di quelle che merita di essere vista almeno una volta nella vita. La costa bianca a picco sul mare cristallino, la vecchia doganiera. Tutto contribuisce a rendere il paesaggio mozzafiato. Un piccolo neo, però, inquina questo splendido quadretto. Nella limitrofa contrada Drasy si svolgono regolarmente esercitazioni militari. Stavolta un gruppo di cittadini locali, sostenuti da associazioni ambientaliste, ha impedito il normale svolgimento delle operazioni. Forse dopo più di sessant’anni i militari dovranno trovare un posto diverso per le loro esercitazioni.
Spiagge della Sicilia: Punta Bianca
Sulla costa sud-occidentale della Sicilia, a 30 chilometri a Sud da Porto Empedocle, si staglia uno sperone di marna bianca a picco sul mare. Punta Bianca, cuore dell’omonima Riserva Naturale ufficializzata la scorsa estate. Alla roccia bianca si affianca una splendida spiaggia dominata da un vecchio rudere, un tempo caserma della Guardia di Finanza. Nonostante i numerosi appelli lanciati dalle associazioni ambientaliste, come MareAmico, e da personaggi noti (come Belen Rodriguez), ci sono voluti vent’anni perché l’area riconosciuta di grande valore paesaggistico, ma anche fragile da un punto di vista geologico, si vedesse riconosciuto il diritto di essere tutelata.
Così la scorsa estate è nata la riserva naturale di “Punta Bianca, Monte Grande e Scoglio Patella”, che comprende i comuni di Agrigento e Palma di Montechiaro. L’unico nodo ancora da sciogliere era quello con l’esercito italiano che da ben 63 anni conduceva le esercitazioni militari nella contrada Drasy, immediatamente precedente la riserva.
Esercito in paradiso
I disagi causati dalle attività militari a Punta Bianca sono diversi. Oltre ad aver causato danni materiali a un ambiente che, come dicevamo, presenta caratteristiche di fragilità, impedisce in certi momenti la minima fruizione turistica del posto. Quando sono in corso le esercitazioni, infatti, la strada che porta alla riserva viene chiusa al pubblico. La costituzione della riserva doveva significare la sospensione automatica di tali attività eppure la caserma locale ha continuato a programmare le sue esercitazioni di rito. L’ultima era prevista per lunedì 17 ottobre.
Le indagini della Procura
Nella mattinata, un presidio di cittadini e di volontari dell’associazione MareAmico ha letteralmente sbarrato l’ingresso alla riserva per impedire il passaggio dei mezzi. Mezzi che non si sono visti. Si deduce, pertanto, che l’operazione sia stata sospesa. Il calendario, invece, a quanto sembra, non è stato cancellato. L’augurio è che ora, con una delibera regionale ufficiale, si possa trovare un accordo. Le associazioni ambientaliste, infatti, chiedono la cancellazione definitiva delle operazioni nella zona che comportano un grave danno sia sul versante ambientale che quello turistico. Prima della nascita ufficiale della Riserva la Procura di Agrigento aveva imposto uno stop alle esercitazioni militari dopo aver evidenziato elementi di inquinamento nelle acque antistanti e si era riservato di fare le dovute indagini.
In copertina foto di deltatoast da Pixabay