Non si è consumato uno schiaffo sportivo alla storia,
gli uomini della ‘rojas’ diventano Campeones!
Era cominciato ben prima del fischio d’inizio della gara il lungo epilogo di questo mondiale che ha avuto un non so chè di speciale. Era iniziato tutto con una piccola auto scoperta e un vechio signore che salutava la folla dello stadio di Joannesburg; metaforicamente salutava tutto il mondo Nelson Mandela. Lui, il padre della patria arcobaleno, lui il vecchio leone dell’ African National Congress, lui il paladino che ha combattuto e pagato sulla sua pelle quell’odiosa mostruosità che è stata l’apartheid. Ora era lì e tutti ad accordargli il giusto tributo, un novantenne che ha battuto, bonariamente ma storicamente, sia “gli orange” che le “furie rosse”. La partita disputata dopo consacra la Spagna sul tetto del mondo; e meno male. Mai una risultato calcistico ha rischiato di essere più antistorico. In Sudafrica, quello della dominazione boera per intenderci, quello dell’apartheid di matrice boera/olandese, ha rischiato di trionfare proprio l’antico invasore coloniale. Per fortuna il calcio è galantuomo, tanto quanto il tempo e alla fine, per la prima volta, gli iberici conquistano i mondiali di calcio. In tutte le precedenti edizioni la Spagna non era mai arrivata neanche in semifinale. Le furie rosse hanno superato l’Olanda, alla terza finale e altrettante sconfitte, per la cronaca, a 4 minuti dai rigori con un gol di Iniesta, il migliore in campo. Noi che in tempi non sospetti intonavamo il mai dimenticato “Free Nelson Mandela” permetteteci di tramutarlo in un nuovo “Viva Nelson Mandela”.
Ciao Madiba, grazie!