Sovraindebitamento in Italia: sette milioni sono in Italia “colpiti dal sovraindebitamento e più di una famiglia su quattro (il 25,3%) è a rischio povertà assoluta. La povertà relativa nel 2021 interessa l’11,1% del totale delle famiglie nel nostro Paese e il 14,8% degli individui singoli, con un picco del 32,2% in Puglia. È l’allarme lanciato dall’ultimo Rapporto nazionale sul sovraindebitamento, stilato dall’Ufficio studi dell’Associazione Liberi dal debito, in collaborazione con Legge3.it, e presentato in Vaticano. Dati che rischiano di essere in realtà decisamente peggiori, perché calcolati sulle ultime rilevazioni del 2020 e, dunque, non tengono conto dell’impatto della pandemia e degli aumenti speculativi sull’energia dovuti al conflitto Russo – Ucraino sulle famiglie e sulle imprese italiane.
Sovraindebitamento in Italia: le cause
Strette tra caro energia e crisi economica sulle imprese e sulle famiglie italiane pesa oggi come un macigno anche un’inflazione al 12%, mai così alta dal 1984, che aggrava ulteriormente una situazione già pesante.
Nel rapporto emerge, infatti, un altro dato negativo: solo l’11,7% delle famiglie italiane arriva a fine mese agevolmente, il 65% invece ci arriva con difficoltà. Una famiglia su 10 non si può permettere di mangiare carne o pesce ogni due giorni, non può riscaldare adeguatamente una casa e ben 37 famiglie su 100 non possono permettersi una settimana di ferie all’anno (altro che tutto esaurito!).
Sempre nel 2020 (quindi tutti dati migliori rispetto a quelli che vedremo nel 2022) percentuali che vanno dall’oltre il 30% al 50% segnalano famiglie che sono in difficoltà a sostenere le spese per la casa per l’affitto o per il mutuo. E questo è il dato più preoccupante, sottolinea il Rapporto, in quanto indicatore fondamentale per poter comprendere i futuri scenari sul mercato immobiliare.
Le aziende e le imprese a rischio chiusura
A ciò si aggiunge il fatto che il tessuto imprenditoriale italiano è formato per il 95% da microimprese, per lo più gestite a carattere familiare e in balia quindi degli eventi molto più di aziende più strutturate e organizzate che sono la minoranza. Per il caro-bollette Istat e Bankitalia stimano che una azienda su tre è a rischio chiusura facendo perdere il lavoro a migliaia di persone.
Un quadro decisamente tetro che porterà a rompere quell’equilibrio finanziario già molto precario negli anni prep-andemia. Da qui, si legge nel Report, la difficoltà a pagare le bollette, le rate dei finanziamenti, dei mutui e conseguentemente la mancata possibilità di far fronte anche ai più elementari bisogni di vita mensili come cibo, riscaldamento o riposo sono dietro l’angolo.
Nessuno, insomma, è immune dal rischio di sovraindebitamento, ed è assolutamente necessario diffondere una maggiore e migliore educazione finanziaria tra i cittadini.
Una questione da non sottovalutare
Un punto di svolta c’è stato nel 2012, con la Legge 3/2012, nota come legge salva suicidi. Quest’ultima insieme al successivo Codice della crisi d’Impresa e dell’insolvenza sono nati con lo scopo di porre fine al problema dell’eccessivo indebitamento che, dopo la crisi del 2009, ha travolto il nostro Paese con conseguenze tragiche. Due provvedimenti normativi pensati proprio per chi, sebbene in buona fede e senza voler truffare il prossimo, si è ritrovato in un vortice fatto di debiti ed interessi, con gli usurai sempre lì, pronti ad approfittarne.
Strumenti legali che consentono lo stralcio di una parte del debito per chi rispetta determinate caratteristiche (quindi, non certo per i furbetti), consentendo di ripartire da zero e pulito, dei quali, però, non si è mai parlato abbastanza, e che continuano ancora oggi ad essere sconosciuti a moltissime persone.
Foto di Frantisek Krejci da Pixabay