E’ da aprile che il Burundi è teatro di violenti scontri: 200 le vittime, 200.000 le persone in fuga. Tra il 26 e il 27 ottobre sono state uccise 12 persone. Molti sono stati i feriti. “Una delle vittime di questi attacchi è Alain Mpanzimana, un infermiere del nostro Centro Medico SOS di Bujumbura” – ci racconta Liliane Habonimana responsabile programmi di SOS Villaggi dei Bambini in Burundi – “Era davanti alla sua abitazione, a Nyakabiga, epicentro degli scontri. Una granata l’ha colpito. Fortunatamente non è in pericolo di vita. Viviamo da mesi nell’incertezza politica, in mezzo a scontri tra gli oppositori e l’esercito, omicidi mirati ed esecuzioni sommarie, con la paura che accada di nuovo qualcosa ai nostri bambini e collaboratori. A maggio abbiamo perso una nostra ragazza, era una figlia per noi. Si chiamava Naila, aveva soli 24 anni”.
Naila era cresciuta nel Villaggio SOS di Muyinga. Una granata l’ha uccisa nella notte del 22 maggio. Era orfana e il Villaggio SOS era la sua unica casa. Stava studiando all’Università di Bujumbura beneficiando dei Programmi di Educazione SOS, che prevedono di accompagnare i ragazzi verso l’autonomia. In Burundi, SOS Villaggi dei Bambini lotta contro l’esclusione sociale delle ragazze garantendo loro formazione scolastica e avviamento professionale.
Il Burundi sta attraversando una crisi drammatica dovuta alla rielezione, il 21 luglio, del presidente Pierre Nkurunziza per un terzo mandato. Secondo l’opposizione, il terzo mandato è incostituzionale e viola gli accordi di Arusha, con cui è stata messa fine alla guerra civile che ha colpito il paese dal 1993 al 2006. In aprile, Nkurunziza ha annunciato che si sarebbe ricandidato: da lì i feroci scontri. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sulle violenze in Burundi degli ultimi mesi, dando seguito così alla decisione dell’Unione africana di aprire un’indagine sulla violazione dei diritti umani nel paese. Il Consiglio condanna “fortemente tutte le violazioni dei diritti umani e gli atti di violenza commessi in Burundi sia dalle forze di sicurezza che dalle milizie degli altri gruppi armati illegali, ed esprime la sua determinazione ad assicurare che i colpevoli siano perseguiti per i loro atti“.
“I nostri bambini e ragazzi hanno già attraversato guerre e conflitti nella loro infanzia. Le armi sono state la violenza, l’abbandono, l’abuso, la solitudine. Ora hanno bisogno di stabilità. Non possono vivere nella paura costante. I bambini privi di cure familiari sono i più vulnerabili. Chiediamo pace!” – conclude Liliane
SOS Villaggi dei Bambini è presente in Burundi dal 1976, un paese afflitto da anni di conflitti etnici armati. Dal 2004, in collaborazione con altre ONG, si è attivata per assistere la popolazione colpita da HIV/AIDS. Oggi ci sono in Burundi 5 Villaggi SOS, Case del Giovane, Asili, 6 Scuole SOS Hermann Gmeiner e 4 Centri Medici.