Per il trattamento dell’insonnia nei bambini autistici sono stati suggeriti
sia interventi farmacologici che comportamentali
E’ ormai accertato che i bambini affetti da disordine dello spettro autistico soffrono di insonnia. In effetti sembra che i problemi di sonno comincino alla stessa età in cui si manifestano regressioni comportamentali, facendoci pensare che in questo periodo della vita si sia più vulnerabili. Uno studio recente, basato su esperimenti portati avanti con tecniche di fisiologia e genetica, ha dimostrato che il basso livello di melatonina, causato da un deficit dell’attività dell’enzima acetilserotonin metiltransferasi, sia un fattore di rischio per l’ASD. Le cause sono molteplici: neurochimiche (problemi di trasmissione serotonergica o livelli di melatonina), psichiatriche (ansia) e comportamentali. I sintomi più comuni sono la difficoltà ad addormentarsi, la frequenza dei risvegli e la durata totale del sonno con conseguente risveglio prima dell’alba!  Da studi elettroencefalografici è emerso che ci sono delle alterazioni sia nella fase più profonda del sonno, la fase REM che nel sonno sincronizzato e questi cambiamenti sembrano essere correlati a deficit di apprendimento. Per il trattamento dell’insonnia nei bambini autistici sono stati suggeriti sia interventi farmacologici che comportamentali. Sebbene i dati di controllo siano limitati, sembra che la melatonina sia più sicura ed efficace nel trattamento dell’insonnia dei bambini autistici, rispetto a sedativi ed ipnotici e i risultati migliori si ottengono quando il trattamento farmacologico è accompagnato da quello comportamentale (estinzione del comportamento, rimuovendo il rinforzo). (Miano S., Ferri S. Clinica Pediatrica, centro malattie del sonno, Università La Sapienza) . silvia.miano@tiscali.it
Circa il 30% dei bambini autistici soffre di epilessia e da studi condotti negli ultimi 40 anni è emerso che negli individui affetti da ASD esiste una forte associazione tra disabilità intellettive e presenza di epilessia.
Antonia Parmeggiani del Dip. Di Scienze Neurologiche dell’Università di Bologna ha pubblicato lo scorso ottobre un articolo sull’epilessia e le anormalità dell’EEG (parossismi) negli autistici ed ha stabilito che l’epilessia è un fattore variabile nei soggetti autistici. In particolare, nei tracciati EEG dei soggetti ASD, principalmente nei bambini, sono riscontrati frequentemente  i parossismi (PA) principalmente localizzati nelle aree temporali e centrali.
In questo studio sono stati esaminati 345 pazienti o come ha scritto Parmeggiani ” impazienti con autismo” che sono stati divisi in 3 gruppi: 1)pazienti senza epilessia ed EEG PA, 2)pazienti con EEG PA ma senza apoplessia, 3)pazienti con epilessia ed anche febbri convulsive. La prima considerazione fatta è stata che la percentuale di epilettici e di EEG PA era maggiore rispetto alla popolazione normale.
Dopo analisi statistiche si sono riscontrate differenze significative tra i vari gruppi, in particolare per quanto riguarda la regressione, maggiormente presente nei pazienti del gruppo 2 (EEG PA ma senza epilessia), le lesioni cerebrali, significativamente maggiori nei gruppi 2 e 3 (EEG PA senza epilessia e pazienti con epilessia ed anche febbri convulsive) e autismo sintomatico significativamente maggiore sempre nei gruppi 2 e 3. Infine il ritardo mentale era più frequente nei pazienti epilettici con febbri convulsive.
Secondo Parmeggiani, i colpi apoplettici e i parossismi non sono collegati alla regressione negli autistici, ma potrebberorappresentare un epifenomeno di una disfunzione cerebrale indipendente da lesioni apparenti. (antonia.parmeggiani@unibo.it)
Ad Osaka in Giappone è stato fatto uno studio durato 3 anni su 1014 bambini autistici i cui EEG di sonno sono stati registrati ogni 6 mesi ed analizzati. L’epilessia è stata diagnosticata nel 37% dei bambini e la maggior incidenza di colpi apoplettici è stata riscontrata nei piccoli con quoziente intellettivo più basso. Le crisi epilettiche si sviluppavano principalmente nei lobi frontali (65%). Anche i giapponesi hanno confermato che esiste una relazione tra ASD e disfunzioni del sistema dei neuroni specchio ed hanno ipotizzato che trattando le crisi epilettiche si potrebbe ottenere una riduzione dei sintomi autistici. (akihiro-yasuhara@car.ocn.ne.jp)
Negli USA sono stati recentemente confrontati parametri polisonnografici tra 3 gruppi di bambini: autistici, normali (sviluppo tipico) e ritardati (sviluppo ritardato ma mancanza di autismo). I tracciati di sonno sono stati elaborati dai pediatri del Centro di Ricerche Cliniche dell’Istituto Nazionale della Salute e i pazienti sono stati scelti senza tener conto della presenza o assenza di problemi comportamentali.
I risultati hanno mostrato che non ci sono differenze tra normali e ritardati, mentre gli autistici dormono molto di meno ed hanno una % di sonno REM molto minore.
Questa mancanza di sonno REM potrebbe indicare una organizzazione neurale anormale nei bambini autistici, che non è direttamente associata o collegata a disabilità intellettive, ma potrebbe servire per capire le anormalità dei neurotrasmettitori, tipiche di questo disordine (ashura.buckley@gmail.com)
 SPECIALmenteNOI
Â
 a cura del dr. Stefania Piscopo Brown
Laboratorio di Fisiologia Generale ed Evoluzione
Stazione Zoologica Anton Dohrn