Soldi sicuri di Massimo Melpignano, edito da Armando editore, è un libro interessantissimo, ma innanzitutto utile. Siamo nell’era del digitale e anche le truffe non sono più quelle tradizionali, lo scippo alla borsetta dell’anziana signora è ormai sorpassato. Oggi, i nostri soldi sono in pericolo più che mai, i risparmi di una vita in banca sono perennemente sotto attacco. Come difendersi? E chi non è nativo digitale è destinato a soccombere?
Assolutamente no, e ce lo conferma l’autore del libro, Massimo Melpignano, che dismette la toga di avvocato e impugna la penna per metterci in guardia contro i pericoli che provengono dagli oggetti tecnologici della nostra quotidianità. Massimo Melpignano è un avvocato cassazionista, esperto in diritto bancario e finanziario, che ha difeso migliaia di risparmiatori nei tribunali di tutta Italia.
Il libro che l’autore ha scritto è frutto della sua esperienza ma anche del bisogno di condividere con gli altri strumenti di autotutela contro i malfattori.
Soldi sicuri. Guida antitruffa per affrontare i rischi digitali è un percorso chiaro e diretto, accattivante e leggero, alla portata di tutti, anche quando affronta termini tecnici come smishing, vishing e tanto altro.
Il libro, con la Prefazione di Debora Rosciani & Mauro Meazza (Conduttori di Due di Denari – Radio 24), è un vero e proprio vademecum, che con poche e chiare regole ci tutela da potenziali truffe digitali che mettono sotto attacco i nostri risparmi; e ricordiamoci che nessuno è esente, sono risultati ingenui anche professionisti e personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport, coinvolti in truffe finanziarie con il miraggio di investimenti eccezionali e sicuri.
Ringrazio Massimo Melpignano per questa bella intervista nella quale abbiamo affrontato diversi aspetti interessanti del problema, che ormai non si può più sottovalutare.
Soldi sicuri di Massimo Melpignano
Salve Massimo, lei è un avvocato cassazionista esperto in diritto bancario e finanziario. Quando e perché ha deciso di scrivere questo interessante strumento di autodifesa?
Nel mio settore, mi occupo di difendere le vittime delle frodi bancarie e finanziarie, si scrivono libri tecnici, destinati agli operatori di settore. Io ho sempre scritto invece libri divulgativi, per condividere le mie esperienze sul campo con le persone, cittadini e imprenditori, e per fornire gli strumenti di autotutela. In campo finanziario la prevenzione è la prima regola, purtroppo poco praticata. E la prevenzione non può prescindere dalla conoscenza. Non riesco a individuare invece il momento in cui ho deciso di scrivere questo libro, e vale anche per gli altri libri. Ogni volta prometto a me stesso che il libro appesa scritto sarà l’ultimo. Ma quando vedo che nuovi pericoli per i risparmi si concretizzano, la penna parte in automatico e con la penna anche la voglia di comunicare i tempi difficili che i nostri risparmi stanno vivendo.
Parliamo dei piccoli risparmiatori. In base alla sua esperienza, qual è la superficialità che commettiamo più spesso e che ci intrappola nella rete del malfattore?
Alla parola “superficialità” vorrei aggiungere la parola ingenuità. Certamente ci sono persona che cedono facilmente nella rete dei guadagni facili immediati e a basso rischio. Mi riferisco a chi cade nella trappola del trading on line truffaldino, magari orientato verso le criptovalute. Ma in gran parte dei casi l’atto predatorio verso i nostri risparmi viene realizzato creando una realtà virtuale che scambiamo facilmente come reale, perché vengono create appositamente situazioni di urgenza e di pericolo che invece non esistono. Immagini di trovarsi in una stanza e di sentire una persona lamentarsi perché sente odoro di bruciato e un’altra persona che grida “al fuoco” e invita i presenti a seguirla verso una via d’uscita sicura. Magari nell’esempio quella persona indossa anche una divisa da pompieri. Tutti istintivamente, caduti nella finta rete dell’urgenza e del pericolo, saremmo portati a seguire quel finto pompiere che poi si rivelerà il nostro truffatore.
Il suo libro è un vero e proprio vademecum; ma è alla portata di tutti? Anche di chi non è un nativo digitale? Penso ai settantenni, ad esempio, o a chi, pur essendo giovane, usa pochissimo internet.
Non ci sono limiti di età e di conoscenza: il libro è stato pensato e scritto per tutti, soprattutto per chi è completamente a digiuno di tecnologia e non conosce il significato di fenomeni come il phishing, il vishing ecc. La garanzia ulteriore, se vuole, è che è stato scritto da chi, come non, non è un nativo digitale. Il libro, infatti, è scritto come parliamo noi persone comuni tutti i giorni, usando le parole semplici che tutti siamo in grado di comprendere. E’ però un libro fondato su basi tecniche, quindi chi vuole approfondire trova anche una appendice normativa e giurisprudenziale utile per una ulteriore lettura più specialistica.
Nel libro lei chiarisce numerose tecniche di truffa che dovremmo iniziare a conoscere per tutelarci. Affrontiamone una. Ci può dire ad esempio cos’è il Vishing?
In Italia abbiamo questa pessima abitudine di usare parole inglesi (che notoriamente non tutti comprendono), per descrivere cose che invece dovrebbero essere spiegate in modo basico e comprensibili a tutti. In questo caso parliamo di una truffa realizzata con la voce. Immaginiamo di ricevere una telefonata da un numero apparentemente riconducibile a quello della nostra banca, con una persona gentile che si finge un dipendente della banca e ci comunica che con urgenza bisogna cambiare le credenziali di accesso al nostro conto corrente on line perché è in atto un attacco informatico.
Se cadiamo in questa trappola cediamo le nostre credenziali al malfattore e paradossalmente diventiamo complici dei criminali che ci svuotano il conto. L’effetto psicologico può essere molto frustante. Voglio però lanciare un messaggio ha chi ha già subito truffe di questo o altro genere. Esistono leggi che ci tutelano ma che pochi spiegano. La banca tenterà di addebitare ogni responsabilità a noi perché abbiamo ceduto le credenziali. In realtà, leggi e giudici sono molto chiari nel precisare che la semplice cessione delle credenziali non è sufficiente a riversare su di noi l’esclusiva responsabilità, perché anzitutto è la banca a dover dimostrare di aver posto in essere le misure di sicurezza, sono ben 7, previste dalla legge per la protezione dei nostri soldi.
Chiariamo un ultimo aspetto importantissimo: qual è il modo più sicuro per proteggere le nostre psw che spesso utilizziamo anche per il nostro conto corrente bancario?
E’ una domanda a cui è difficile rispondere. Il modo più sicuro è quello che non è stato ancora scoperto dai malfattori. Vale la stessa regola degli antifurti: nessun antifurto proteggerà la nostra macchina al 100%, ma avere un antifurto valido o di nuova generazione può avere una funzione disincentivante per i malfattori, che preferiranno provare a rubare altre auto meno protette.
Lo stesso discorso vale anche per le nostre password: ne abbiamo tantissime e commettiamo alcuni errori, come quello di avere una password identica per il conto corrente, per la spesa on line, per la piattaforma di delivery ecc. Altro errore che commettiamo è quello di usare password che possiamo ricordare facilmente, ad esempio date di nascita, anniversari, nomi di moglie figli ecc. Una delle password più usata al mondo è “i love you”, non esattamente una porta blindata. Anche qui possiamo usare regole di buona prudenza, come quella di cambiare le password periodicamente, oppure di custodirle in un password manager, una sorta di cassaforte digitale che apriamo con una password (quindi dovremo ricordare solo quella) e che custodisce tutte le password.