Cesare Prandelli ha deciso: i calciatori dell’Italia potranno usare liberamente qualsiasi social network. Nessun problema con Facebook e Twitter, quindi. “I giocatori hanno deciso per lasciare la massima disponibilità a tutti di esprimersi, per cui avranno anche durante il Mondiale la possibilità di rapportarsi con i tifosi con la massima liberta”, ha dichiarato il CT in una delle sue ultime conferenze stampa. L’allenatore ha quindi preso una decisione diversa da quella annunciata a Ottobre dopo le numerose polemiche sul tweet di Mario Balotelli che smentì di essere un simbolo anticamorra. “Stiamo studiando l’abolizione dell’uso dei social network da parte dei giocatori. Vedremo se applicarla da subito, ma di sicuro la restrizione ci sarà nel ritiro del Mondiale”, disse Prandelli in un’intervista concessa a Raisport, poco prima dell’ultima partita di qualificazione contro l’Armenia. Pare che comunque l’allenatore abbia fatto le dovute raccomandazioni ai suoi ragazzi, in particolare sull’uso di Twitter.
I social network, negli ultimi anni, sono diventati mezzi di comunicazione che uniscono i tifosi ai loro beniamini ma hanno causato polemiche e controversie dovute all’eccessiva “spontaneità” di alcuni calciatori che hanno espresso, forse in modo eccessivo, i propri pensieri su alcuni episodi o circostanze o hanno risposte per le rime a supporter decisamente provocatori.
Nel 2011il discusso Joey Barton, all’epoca centrocampista del Newcastle, proprio per colpa di alcuni commenti alquanto pungenti sulla politica al risparmio operata dalla dirigenza Toon, si vide affibbiare una multa di 120 mila sterline – pari a due settimane di paga – e ricevette dalla società l’etichetta di “indesiderato” a St James’ Park.
Nel 2012 Mauro Zarate, ex attaccante della Lazio fu autore di una risposta molto discussa a un tifoso della Roma. Dopo essere stato definito “pippa” dal detrattore, il calciatore si espresse così: «Con quella foto è normale che sei un froccio». Insulto scritto male, perché con due “c”, e ritenuto offensivo nei confronti degli omosessuali. «L’insulto omofobo di Mauro Zarate è un fatto gravissimo che segnala ancora una volta un diffuso clima di intolleranza verso i gay in ampi settori del calcio», dichiarò Fabrizio Marrazzo, portavoce del gay center.
Nello stesso anno Michel Morganella, ex difensore di Palermo e Novara, fu escluso dai convocati per le Olimpiadi per aver insultato i coreani dopo la sconfitta della Svizzera contro la Corea del Sud. “Je fonsde out les coreen allez sout vous lebru ahahahahahah deban zotre” cioè “Voglio dare fuoco a tutti i coreani, bruciate tutti mongoloidi”, scrisse il giocatore su Twitter. Nonostante le scuse – “Mi spiace per quello che ho appena scritto, ero preso dalle emozioni. E mi scuso per il mio comportamento” – il calciatore fu escluso dal capodelegazione Gilli per aver “discriminato, violato e insultato la dignità della squadra e del popolo sudcoreano”.
Il difensore del Manchester United, Rio Ferdinand, subì una multa 45mila sterline dalla federazione inglese dopo essere stato giudicato colpevole di “condotta impropria” nei confronti di Ashley Cole, giocatore del Chelsea. Ferdinand ritwittò un commento di una persona che affibiava a Cole l’espressione “choc ice”, termine in slang per definire le persone di colore che hanno una mentalità da bianchi. Lo stesso fu censurato direttamente dal governo americano per aver postato delle foto che mostravano le stanze presidenziali e lo staff della sede del presidente Obama. “La sicurezza della Casa Bianca dovrebbe essere rafforzata”, dichiarò polemicamente il difensore sul social network.
Immemorabile il tweet di Pablo Daniel Osvaldo che, da giocatore della Roma, l’anno scorso rispose per le rime al suo allenatore, Andreazzoli, che lo aveva definito “piagnucoloso” dopo la sconfitta nella finale di Coppa Italia contro la Lazio. Il coach della Roma imputò al suo attaccante un atteggiamento inadeguato ed eccessivo dopo la decisione di inserirlo gli ultimi venti minuti di partita. ”Osvaldo non è nuovo a queste scene sotto le telecamere, poi magari nel privato ha comportamenti un po’ piagnucolosi”. La risposta del calciatore, tramite Twitter, non fu esplicitamente diretta ad Andreazzoli ma risultò piuttosto eloquente: “Facevi più bella figura se ammettevi di essere un incapace…Vai a festeggiare con quelli della Lazio va…” Il tweet, assieme alla decisione di disertare la premiazione, convinse Cesare Prandelli a depennare Osvaldo dalla lista dei convocati per l’ultima Confederations Cup.
A marzo di quest’anno un tweet di Balotelli, il cui nome è spesso presente sugli articoli della stampa sportiva e “gossippara”, secondo la stampa ha causato malumore all’interno della società milanista. Supermario ha postato una fotografia con un cerotto sul braccio e con una racchetta da ping pong tra le mani, dichiarando a gran voce di essere imbattibile e sfidando i suoi followers. Per inciso, il calciatore era infortunato. Clarence Seedorf, nonostante l’episodio, ha dichiarato in una conferenza stampa: “Chissenefrega se gioca a ping pong, ha fatto sei ore di trattamento, ieri si è allenato bene: non ha influenzato il recupero, questo è importante. Non sono qui per dire come deve usare i mezzi di comunicazione, è sua responsabilità. È triste che in Italia faccia notizia”.
Una risposta dell’ormai ex-giocatore dell’Atalanta, Marko Livaja, su Facebook a un post pubblicato da un tifoso ha causato, quest’anno, molte polemiche. Il sostenitore ha invitato il giocatore croato a lasciare Bergamo e tornare in patria e l’attaccante non ha badato alla forma della risposta: “Venite in Croazia con me, italiani bastardi”. Dopo molti rimproveri di altri tifosi Livaja si è scusato pubblicamente: “Scrivo queste poche righe per scusarmi con tutti quelli che si sono sentiti offesi, ma ho perso la testa nei confronti di quei pochi tifosi che hanno pesantemente offeso mia madre. Pochi razzisti che mi hanno chiamato zingaro con insulti ancora più gravi legati anche alla mia nazionalità. Mi auguro di non avere più queste reazioni, ma spero anche di essere criticato solo per le mie prestazioni sul campo”. Nonostante le scuse, il calciatore è stato multato dalla società, messo fuori squadra e, proprio qualche giorno fa, anche a causa di altri atteggiamenti non conformi alle regole, ceduto al Rubin Kazan.
Un altro protagonista di Twitter è il centrocampista della Roma Radja Nainggolan. A ruota libera il calciatore ha risposto a molte delle provocazioni twittate da tifosi di altre squadre, in particolare da juventini. «Pagliaccio inginocchiati e saluta la capolista», «sei un uomo piccolo e frustrato», «Sei capace a menare solo le donne» sono state le offese inviategli in rete da alcuni sostenitori che hanno suscitato la reazione del belga espressa con tweet diretti («testa di cazzo», «vieni a trovarmi», «vattene a fanculo»). La Roma sembra non abbia preso provvedimenti contro il suo calciatore ma è probabile che, con il rinnovo di Rudi Garcia, la società stia valutando un regolamento apposito che regolarizzi l’uso dei social network per la prossima stagione.
Senza alcun dubbio, però, il protagonista calcistico di quest’anno sui social network è stato Mauro Icardi, 21enne attaccante dell’Inter. Praticamente sempre presente da novembre scorso sui rotocalchi di gossip e non solo per la sua relazione con Wanda Nara, ex moglie dell’attaccante della Sampdoria Maxi Lopez, il promettente talento ha subito, in questi mesi, strigliate dalla sua società per l’eccessivo uso di Twitter. Mazzarri, il suo allenatore, gli ha fortemente consigliato di seguire l’esempio di campioni come Milito, Cambiasso e Zanetti. Il Presidente Thohir e i suoi collaboratori lo hanno messo in guardia, anche se non ufficialmente. Solo il Ds interista Piero Ausilio, a dicembre 2013, si espresse apertamente sulla vicenda: “Sono cose private, non nego che anche noi abbiamo manifestato al ragazzo le nostre idee considerando il regolamento che c’è, i consigli che possiamo dare e il massimo rispetto che pretendiamo per squadra e club”. Al corriere dell Sera, in un’intervista di Marzo, Icardi ha dichiarato “A me vincere piace moltissimo; allo specchio mi guardo anch’io, ma non quando ci sono le partite e Twitter… Sì, è vero, noi giovani lo usiamo moltissimo, ma è il mondo che va su Twitter; questa è l’epoca di internet e dei social network. A noi giovani piace comunicare, pensieri, parole e foto”.
Comunicare è legittimo, ancor di più esprimere opinioni. Ma, visti questi precedenti e altri non citati, un po’ di attenzione ci vorrebbe.