Indagine minuziosa della copertura nevosa e misurazione dell’ammontare d’acqua in essa contenuta: è questo il binomio al centro di SnowEX, progetto pluriennale di Osservazione della Terra che vede coinvolto un ‘esercito’ di circa 100 ricercatori di università e istituti di ricerca americani, europei e canadesi.
Il progetto, cui prende parte anche l’ESA, è coordinato dallaNASA, che lo gestisce tramite il Goddard Space Flight Center, in collaborazione con l’ISWGR (International Snow WorkingGroup).
SnowEX, basato su una campagna di ricerca condotta sia per via aerea sia a terra, è stato ideato per colmare alcune lacune tuttora presenti nelle osservazioni satellitari del manto nevoso, inteso come fondamentale riserva idrica per l’uso umano, l’agricoltura e l’energia idroelettrica. Il progetto è illustrato in un video, disponibile cliccando qui.
Infatti, lo ‘sguardo’ dei satelliti finora non è stato sufficiente a fornire dati precisi sul cosiddetto ‘equivalente neve-acqua’ (SWE, Snow-Water Equivalent), vale a dire sull’ammontare di acqua contenuta in un’area coperta di neve.
Questo filone di ricerca è di grande attualità, considerata la penuria di neve degli ultimi inverni e i poco confortanti dati statisticisull’andamento della candida copertura: dal 1967 ad oggi, l’emisfero nord della Terra ha visto una perdita di aree innevate pari a oltre 2 milioni di chilometri quadrati, con gravi ripercussioni climatiche. La carenza di manto nevoso, infatti, comporta unmaggiore assorbimento della luce solare da parte della superficie terrestre e un’accelerazione nel riscaldamento del nostro pianeta.
La maggiore criticità che ha condizionato l’uso dei satelliti nel monitoraggio della neve è la presenza degli alberi, che ha reso difficili le operazioni di stima del datoSWE; anche i controlli effettuati da terra non sono stati bastevoli ad integrare in maniera efficace le informazioni satellitari.
SnowEX prevede una molteplicità di strumenti, sia aerei che di terra, la cui prestazione sarà valutata anche in previsione di ottimizzare l’utilizzo di dati di satelliti già in orbita e nell’ottica di future missioni spaziali dedicate espressamente alla neve.
I velivoli coinvolti nel progetto sono cinque, attrezzati con differenti sensori(all’infrarosso e a microonde), fotocameree spettrometri a seconda della tipologia di monitoraggio da effettuare e del dato da raccogliere.
Alcuni strumenti, infatti, sono più adatti per controllare la neve asciutta, mentre altri sono stati concepiti proprio per osservare la neve nascosta nelle zone boschive e per misurare l’albedo della preziosa coltre. A bordo di uno degli aerei, inoltre, è stato installato l’ASO (Airborne Snow Observatory), un sistema di remote sensing del Jet Propulsion Laboratory della NASA, in grado di misurare – su interni bacini – la profondità della copertura nevosa, il suo ammontare d’acqua e l’albedo.
Al momento, è in corso nella Grand Mesa, in Colorado, la prima campagna di SnowEX, definita ‘Winter 1’. Una seconda campagna, dopo l’analisi dei dati raccolti nella prima, è prevista nel 2019.