Siamo al paradosso: l’Unione Europea è costretta a ricordare ad amministratori locali e regionali, nonché al governo italiano che l’inquinamento dell’aria da polveri sottili (PM10) sta provocando enormi impatti sulla salute dei cittadini italiani. La UE sottolinea che l’Italia è il Paese più colpito nella UE e l’Agenzia Europea per l’Ambiente calcola che il PM10 abbia provocato oltre 66 mila morti.
Per il WWF, la salvaguardia della salute dei cittadini italiani dovrebbe essere la prima preoccupazione di governi nazionali, regionali e locali, mentre mancano ancora serie politiche di sistema per affrontarne e abbatterne le cause, dal traffico all’energia e al riscaldamento.
È necessario un provvedimento quadro che assegni target e compiti alle singole amministrazioni: un provvedimento concepito, da subito, in modo integrato con le politiche di decarbonizzazione che presentano un ventaglio di soluzioni che portano validi co-benefici anche per l’inquinamento (dall’uso delle fonti pulite e rinnovabili, alla elettrificazione dei trasporti, all’efficienza energetica negli edifici che diminuisce drasticamente le necessità di riscaldamento, ecc).
È sempre più urgente un Piano trasporti e ambiente che affronti in modo organico la riorganizzazione e il ripensamento della mobilità, urbana e non, delle persone e delle merci, affrontando contestualmente il problema dell’inquinamento dell’aria e la necessità di decarbonizzare il settore. Vanno anche previsti obblighi e sanzioni adeguate per chi si ostina a usare combustibili e sistemi inquinanti.
Di grande importanza, inoltre, la decisione che verrà assunta domani dalla Commissione che deve approvare gli standard e imporre l’uso delle migliori tecniche disponibili per limitare l’inquinamento dei grandi impianti di combustione: vedremo se l’Italia starà dalla parte della salute.