Smog in Italia. Il tema dell’inquinamento atmosferico è da molto tempo al centro delle discussioni di tutto il mondo. Il nostro Bel Paese, però, viene “tenuto d’occhio” da Legambiente che anno dopo anno stila il rapporto dal titolo “Mal’Aria”. I numeri del rapporto dall’associazione stimano che il 76% dei grandi centri in Italia sarebbe fuori legge secondo gli standard europei sull’inquinamento.
Smog in Italia: la situazione in Italia
Ad aggiudicarsi il poco ambito titolo di città con il maggior inquinamento atmosferico è Torino, che nel 2022 ha sforato per 98 giorni – il massimo consentito per legge è 35 – il limite di 50 microgrammi al metro cubo di PM10. In seconda posizione troviamo Milano, dove l’allarme smog è stato registrato la bellezza di 84 volte. A seguire abbiamo altre città del Nord: Asti (79 giorni), Modena (75), Padova (70), Venezia (70), Cremona (67), Treviso (66). La magica classifica si completa nella sua top 10 con due città del Sud: Andria (47) e Ragusa (41). Il rapporto annuale sull’inquinamento atmosferico nei grandi centri urbani è stata soprattutto l’occasione per ribadire le proposte di Legambiente a governo, regioni e amministrazioni locali.
Si va dal potenziamento del trasporto pubblico alla transizione verso i mezzi elettrici, passando per nuovi incentivi alla sharing mobility e un «grande piano di riqualificazione energetica» dell’edilizia pubblica e privata. «La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso – denuncia Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni di mettere in campo azioni coraggiose per creare città più pulite e sicure».
Le parole di Legambiente
“L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza”, dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a 1/5 di quelli rilevate in tutto il continente. È necessario agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura.
In ambito urbano è fondamentale la promozione di azioni concrete sulla mobilità sostenibile attraverso investimenti importanti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e zone 30, politiche di promozione dell’uso delle due ruote in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, facilitando la scelta di ridurre fortemente l’uso dell’auto privata.
Quali sono le proposte di Legambiente?
Per combattere l’inquinamento in ambito urbano, l’Associazione propone una vasta serie di interventi “a misura di città”:
- Il passaggio dalle Ztl (zone a traffico limitato) alle ZEZ (Zone a zero emissioni). Come dimostra l’esperienza di Milano (con l’area B) e, soprattutto, dell’ultra Low Emission Zone londinese, le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti riducono le emissioni da traffico del 30% e del 40%.
- LEZ anche per il riscaldamento. Servono un grande piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata, e incentivare una drastica riconversione delle abitazioni ad emissioni zero grazie alla capillare diffusione di misure strutturali, come il Superbonus, opportunamente corretto dagli errori del passato come gli incentivi alla sostituzione delle caldaie a gas.
- Potenziamento del Trasporto Pubblico e Trasporto Rapido di Massa (TRM) attraverso la quadruplicazione dell’offerta di linea e la promozione di abbonamenti integrati, come fece la Germania nell’estate del 2022.
- Sharing mobility. Incentivare la mobilità elettrica condivisa (micro, bici, auto, van e cargo bike) e realizzare e realizzare ulteriori000 km di percorsi ciclabili.
- Ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo, “città dei 15 minuti”, sicurezza stradale verso la “Vision Zero”, “città 30” all’ora seguendo l’esempio di Cesena, Torino, Bologna e Milano.
- Tutto elettrico in città, anche prima del 2035, grazie alla progressiva estensione delle ZEZ alla triplicazione dell’immatricolazione di autobus elettrici e l’istituzione dei distretti ZED (Zero Emissions Distribution).