Smettendo di lavarsi per riequilibrare l’ecosistema della flora batterica della pelle, si raggiungerebbe un equilibrio perfetto che impedirebbe la pelle di emanare cattivi odori. A questa realtà ci è arrivato James Hamblin un trentaseienne statunitense dal viso di bambino, ex radiologo, scrittore, giornalista, senior editor per il magazine «The Atlantic», esperto di medicina preventiva e bioetica e autore di Se i nostri corpi potessero parlare: una guida per operare e mantenere un corpo umano (If Our Bodies Could Talk: A Guide to Operating and Maintaining a Human Body, Doubleday, 2017). Si tratta di un libro di saggistica sulla salute umana, un manuale per affrontare la vita preoccupazioni e curiosità per la salute più urgenti, tratto da una serie di video sulla rete televisiva di «The Atlantic», andati in onda all’interno della nuova iniziativa dell’ex presidente statunitense Obama, spesso ospite del programma: “La ricerca dei Big Data per curare ogni malattia” per personalizzare l’assistenza sanitaria.
Hamblin, nel 2016 ha deciso di fare a meno del bagnoschiuma e dello shampoo, tranne in casi particolari, come quando si suda eccessivamente, per es. dopo una partita di calcio o chilometri di corsa, dimostrando l’inutilità dei detergenti. Non è solo una questione economica. Hamblin, che è diventato un fenomeno di Internet, assalito da numerose domande degli internauti, da quelle scientifiche a quelle che sembrano banali (Dovrei bere vino? Devo prendere un multivitaminico? Devo vedere il mio medico ogni anno? Perché gli stessi personaggi continuano ad apparire nei miei sogni? Perché sono incinta? Quante banane sono sicure da mangiare? Quanto è il glutine sufficiente per uccidere un cavallo? I probiotici funzionano? Perché i maschi hanno i capezzoli? Quanto sono pericolosi i pantaloni stretti?), ha calcolato che per lavarci trascorriamo almeno 20 minuti al giorno della nostra vita. Facendo un calcolo su una esistenza di 100 anni, per lavarci – più o meno ‒ consumiamo 12.167 ore, due interi anni della nostra esistenza, cui si deve aggiungere il costo dei prodotti e il consumo di acqua).
Ma tutto questo è davvero necessario? È la domanda primaria che si è postoil giornalista americano nell’intraprendere il suo studio. Sperimentando sulla sua pelle – è proprio il caso di dire – il metodo “non lavarsi”, dopo qualche giorno di disagio per la mancanza di shampoo e bagnoschiuma dal proprio bagno, si raggiungerebbe l’equilibrio perfetto, il proprio ecosistema di microbi, smettendo di emanare cattivi odori. Visto che i microbi della pelle e dei capelli si cibano delle secrezioni dell’organismo, mantenendosi così in equilibrio, l’intervento del detergente andrebbe a distruggere questo ecosistema, aumentando le secrezioni e gli stessi microbi, quindi l’emanazione dei cattivi odori della pelle.
Ma tutto questo è davvero necessario? È la domanda primaria che si è postoil giornalista americano nell’intraprendere il suo studio. Sperimentando sulla sua pelle – è proprio il caso di dire – il metodo “non lavarsi”, dopo qualche giorno di disagio per la mancanza di shampoo e bagnoschiuma dal proprio bagno, si raggiungerebbe l’equilibrio perfetto, il proprio ecosistema di microbi, smettendo di emanare cattivi odori. Visto che i microbi della pelle e dei capelli si cibano delle secrezioni dell’organismo, mantenendosi così in equilibrio, l’intervento del detergente andrebbe a distruggere questo ecosistema, aumentando le secrezioni e gli stessi microbi, quindi l’emanazione dei cattivi odori della pelle.
Come per incanto, Hamblin, che si occupa anche di argomenti come il sonno, l’invecchiamento, la dieta, etc., dopo l’esperimento ha iniziato a “profumare” di essere umano, lavandosi solo con l’acqua, evitando deodoranti, profumi e detergenti, cui fa ricorso solo quando è strettamente necessario: per es. dopo essersi sporcato da agenti esterni o dopo una eccessiva sudorazione.
La sfida è soprattutto contro l’ignoranza nel prendersi cura dei nostri corpi e della mente, il metodo sbagliato trasmesso da generazioni in generazioni, anche se ammette che «A volte la cosa più interessante è sapere perché non lo sappiamo, e il punto è nel considerare, e stare bene nel non sapere… C’è innegabilmente più disinformazione scientifica e “fatti” basati sul marketing sui nostri corpi che arrivano a ciascuno di noi ogni giorno rispetto a intere vite delle generazioni passate».
Ritornando alla cura del corpo con il non lavarsi con detergenti, bisognerebbe chiedere un’opinione anche ad amici, parenti, mogli, fidanzate e colleghi di lavoro che ci frequentano ogni giorno. Ma questa, come si suol dire, è un’altra storia.