Smartphone e bambini: qual è l’età giusta per dare un dispositivo elettronico ai più piccoli? A questo interrogativo ha risposto una Commissione istituita in Francia su espressa richiesta del presidente Macron. In assenza di regole adeguate ai minori, sempre più governi sentono l’esigenza di regolare l’accesso dei più piccoli agli strumenti digitali e, di conseguenza, ai social network.
I giovani come mercanzia
Il rapporto della commissione istituita dal presidente Macron parte dall’assunto che i giovani sono considerati una vera e propria mercanzia dalle piattaforme social. Queste attuano delle strategie anche subdole per catturare la loro attenzione. Non mostrano nessuno scrupolo a proporre loro contenuti di ogni tipo e nessun interesse a impostare filtri per garantire la loro sicurezza. Il tutto è studiato, secondo gli esperti, per rafforzare la relazione tra i più giovani e gli schermi. Tale relazione consente ai proprietari delle piattaforme social di controllare i bambini e i giovani, di direzionarli dove vogliono e di monetizzare. Grazie a tali strategie si è giunti a un'”iperconnessione” dei giovani.
Gli effetti nocivi dei dispositivi digitali
I membri della Commissione voluta da Macron non hanno mancato di sottolineare quelli che sono gli effetti nocivi dei dispositivi digitali sulla salute dei giovani. Effetti che agiscono sulla salute sia fisica che mentale. Gli esperti francesi non sono i primi, infatti, a ribadire quanto la permanenza dei piccoli davanti agli schermi sia la causa principale della loro sedentarietà. La sedentarietà, a sua volta, è una delle cause principali dell’obesità infantile, fenomeno anche questo in allarmante aumento. La mancanza di sovrastrutture mentali nel cervello dei piccoli li rende ancora piuttosto vulnerabili. Ne consegue che l’uso dei social, che molto spesso si traduce in un abuso, sia la causa scatenante di ansia e depressione. Uno dei pericoli maggiori, per i quali gli studiosi hanno espresso particolare allarme, è dato, infine, dall’esposizione a contenuti violenti e pornografici.
Smartphone e bambini: qual è l’età giusta
A che età, dunque, i bambini dovrebbero avere accesso ai dispositivi digitali e alle piattaforme social? Nel loro rapporto, gli esperti hanno ribadito che i bambini tra i 3 e i 6 anni dovrebbero avere un accesso “fortemente limitato” ai dispositivi digitali. Dovrebbero poter accedere solo a contenuti “di qualità educativa” e non dovrebbe mai mancare l’accompagnamento di almeno un adulto. A livello collettivo, dicono gli esperti, sia gli smartphone che i televisori dovrebbero essere tolti dai reparti ospedalieri di maternità, dagli asili e dalle scuole materne.
Quanto all’adolescenza, l’uso del telefono cellulare dovrebbe essere consentito solo dopo gli 11 anni e senza l’accesso a internet. Quest’ultimo potrà arrivare solo a partire dai 13 anni. Quanto ai social accessibili anche da smartphone, i ragazzi dovrebbero accedervi non prima dei 15 anni. Dovrebbero, inoltre, limitarsi ai social cosiddetti etici, quelli, cioè, che realmente applicano le regole deontologiche.
Gli esperti concludono il rapporto con la considerazione che i governi dovrebbero combattere una vera e propria lotta contro i servizi cosiddetti predatori. I servizi, cioè, che attivando automaticamente contenuti simili a quelli già visti, inducono i fruitori ad accedere a un numero sempre crescente di contenuti. Per arrivare a ciò, suggeriscono gli esperti, dovrebbe essere attivo un sistema più diretto ed efficace di settaggio, come ad esempio il parental control, il controllo da parte dei genitori.
In copertina foto di Mircea Iancu da Pixabay