La richiesta delle aziende a proseguire lo smart working, anche dopo i lockdown, porterà alla ricerca di abitazioni più grandi, con una stanza in più da destinare al lavoro, con un grande impatto sulle tasche degli smart workers. È quanto scoperto da una analisi del portale Vorrei.it.
Lo smart working di questi ultimi 12 mesi ha sicuramente molti risvolti positivi: lavorare da casa significa meno spese di trasporto, di parcheggio, meno pranzi al ristorante e soprattutto meno stress con un guadagno di almeno 5 ore a settimana risparmiate negli spostamenti. Ma non ci sono solo vantaggi.
Smart working: i costi delle abitazioni
I costi all’interno delle abitazioni legati al consumo dell’energia elettrica per l’uso del computer, del riscaldamento, raffrescamento per l’illuminazione di casa che altrimenti non ci sarebbero durante il giorno si fanno sentire. E non solo.
Secondo uno studio di Vorrei.it le famiglie, che hanno almeno un membro in smart working, stanno valutando o iniziando a cercare case più adatte a questa nuova vita.
In particolare l’esigenza di una camera in più, passando da un quattro locali a un cinque locali, sta diventando sempre più frequente con un impatto non trascurabile sul budget di spesa per l’acquisto di una casa.
Questo accade perché nel mercato immobiliare c’è un’offerta ridotta di appartamenti con 3 camere, e perché chiaramente c’è un aumento legato alla superficie che di conseguenza innesca un aumento del prezzo complessivo.
Secondo i dati che Vorrei.it ha analizzato prendendo come riferimento le principali città italiane emergono differenze sostanziali: si passa da città come Bolzano dove la differenza è solo del 4,7% a città come Genova dove si parla di investire quasi un 65% in più tra un appartamento da 95 mq e uno da 130 mq.
Tra i comuni analizzati emerge che a Torino, Milano, Bologna, Rimini, Firenze, Bari e Mestre, paradossalmente, al crescere della metratura cresce anche il prezzo al m² a causa di un’offerta ridotta, mentre in altre città come Roma, Bolzano, Napoli, Cagliari e Palermo con l’aumento della superficie diminuisce il prezzo al m².
Ai Navigli di Milano bisognerà spendere invece quasi il 38% in più per avere una casa adatta allo smart working, mentre a Roma bisognerà mettere il 33% in più per avere un appartamento con stanza ufficio dedicata.
“Dallo studio emerge la necessità di avere uno spazio in più dedicato allo smart working che sembra entrare nelle nostre abitudini per lungo tempo. Le persone si stanno rendendo conto della necessità di avere uno spazio separato dal resto della casa per gestire riunioni online e attività lavorative con la massima concentrazione. Uno spazio meno promiscuo di quello vissuto in questi mesi”, conclude Ivan Laffranchi.