L’emergenza sanitaria Covid-19 che sta affrontando il nostro paese ha obbligato tutte le aziende italiane a rivedere i propri modelli organizzativi, introducendo lo smart working come unica modalità, laddove possibile, per proseguire con le attività. A distanza di un mese dalle misure di emergenze le PMI stanno vincendo questa sfida?
Secondo un recente studio del Reputation Institute, pubblicato negli scorsi giorni sul Sole 24 Ore, le aziende italiane hanno risposto bene alle aspettative che si sono generate in questo momento crisi, dimostrando con i fatti vicinanza e responsabilità nei confronti dei dipendenti e della società in generale: le dimensioni Citizenship (Cittadinanza), Governance (Trasparenza) e Workplace (Benessere dei propri dipendenti) sono aumentate rispettivamente di 1,9, 2,7 e 3 punti.
Le aziende italiane e lo smart working
Le PMI italiane hanno, nel complesso, attivato prontamente misure di protezione a supporto della comunità e dei loro dipendenti, dimostrando così di avere una capacità di garantire la continuità lavorativa attraverso lo smart working.
“L’impatto è stato molto forte” dichiara Maurizio Guidi, Sales & Marketing Manager di Datalog Italia, società specializzata in software professionali “all’inizio le aziende e gli studi hanno vissuto momenti di panico e di difficoltà. Tuttavia, passata la fase iniziale, hanno dimostrato capacità di attuare un veloce adattamento tecnologico“.
Lo smart working si è reso necessario per tutte quelle attività non legate alle prime necessità e che si possono svolgere senza alcuna difficoltà da casa: in seguito all’emergenza sanitaria, il Governo è intervenuto più volte nella regolamentazione dello smart working, imponendo il lavoro agile come forma lavorativa primaria (con il Dpcm dell’11 marzo 2019) rispetto a quello in azienda.
Quando si parla di tecnologie per lo smart working si fa riferimento sia alle piattaforme software sia ai device utilizzati. Per ottimizzare questi nuovi processi operativi è necessario integrare più strumenti, di modo che coprano aree funzionali diverse: un aspetto non semplice per chi è stato abituato, per anni, a processi tradizionali offline.
“In questo processo repentino, ognuno di noi ha giocato, e continua a giocare, un ruolo chiave nella comunità: tutti possiamo offrire un contributo per superare la crisi” continua Guidi “per questo abbiamo cercato di supportare i nostri clienti in questo passaggio, offrendo sostegno pratico, morale e aiutando chi era in difficoltà a trovare le soluzioni organizzative e tecnologiche da attuare velocemente. Inoltre, abbiamo redatto una mini-guida allo smart-working, disponibile sul nostro sito, su quelli che sono i software e gli strumenti digitali gratuiti che supportano il lavoro agile”.
“Esistono ormai numerosi strumenti tecnologici che facilitano il lavoro agile, connettendo persone remote, agevolando la condivisione e lo svolgimento dei processi lavorativi, aiutando a distribuire e condividere documenti e informazioni in modo immediato, facile e sicuro. Orientarsi fra questi non è facile per questo, sulla nostra guida abbiamo descritto e raggruppato le tecnologie per funzione-obiettivo e indicato, per ognuna, alcune delle soluzioni software migliori” conclude Guidi.
Come usciranno le nostre imprese da questo periodo di crisi quindi?
La risposta l’avremo solo tra qualche mese, nel frattempo c’è bisogno di sostenerci tutti e di guardare al futuro con forza e speranza.