Neuroehncement espressione poco più che sconosciuta in Italia, ma molto gettonata nella letteratura scientifica anglosassone. Con questo termine ci si riferisce all’uso di particolari farmaci (Modafinil, Ritalin e altri) assunti con l’obiettivo di potenziare le proprie capacità cognitive quali memoria, intelligenza, apprendimento durante lo svolgimento di determinati compiti. Da queste brevi righe si può notare come l’uso ( ed eventuale abuso) di tali sostanze mette in gioco complesse questioni bioetiche, psicologiche e sociali.
Sebbene il ricorso a diverse sostanze per migliorare la concentrazione durante l’esecuzione di attività quotidiane sono note (caffeina, nicotina, amfetamina) sembrerebbero- secondo alcuni studi – aumentare la memoria a breve, oggi in uno scenario dove la tecnologia dilaga e dove il confine tra natura e cultura diviene sempre più labile come quello tra normalità e patologia, il controllo cognitivo diviene il quid, la chiave del successo, i nuovi neurostimolatori diffusi in numerosi siti internet assolvono questo compito.
Il loro uso sembra molto in voga tra i giovanissimi – tra gli studenti di colleges e statunitensi- che sottoposti ad un prolungato stress dovuto alle ore trascorse sui libri – ricercano sostanze dopanti in grado di aumentare la resistenza, il controllo, la concentrazione. Ne sono un esempio le ampachine in grado di aumentare l’attività cerebrale nei disturbi legati alla memoria e all’attenzione, il modafinil per la cura della narcolessia, ma che viene assunta dai soggetti sani per alterare il ciclo sonno-veglia e restare svegli di notte mantenendo lo stesso livello di concentrazione che di solito si ha di giorno.
Uno dei problemi è costituito dalla reperibilità di tali sostanze: internet diventa il luogo privilegiato, territorio dell’illegalità e del mercato nero. Ma quali possono essere gli effetti nocivi in termini di salute psico-fisica? A causa della scarsità dei dati non è possibile definire quali possono essere gli effetti collaterali a lungo termine. Da alcune ricerche è emerso che l’uso di tali sostanze potenziano alcune abilità ma ne depotenziano altre, possono indurre dipendenza soprattutto nei giovani che iniziano a sperimentare i primi effetti, la suggestionabilità rispetto all’uso in questi soggetti supera di gran lunga l’effetto reale. E dal punto di vista sociale? Quali potrebbero essere i risvolti rispetto alla fruizione di questi farmaci? Solo le persone facoltose potrebbero permettersi di acquistarle rendendo ancora più gravose le diseguaglianze già esistenti aumentando la competizione invece che basare le relazioni sulla cooperazione.
Se da una parte il potenziamento cognitivo presenta evidenti vantaggi in termini di riuscita, miglioramento delle capacità di problem-solving, dall’altro potrebbe incidere profondamente sulla sfera emotiva e creativa dell’individuo mettendo seriamente a rischio la sua personalità e la stabilità socio-affettiva, aspetto peculiare dell’essere umano che non è né un animale ne un automa risolutore di problemi. Il dibattito rispetto a questo tema è appena iniziato.