Slow Food partecipa allo Youth 20, l’evento che raduna a Milano ragazzi dai 20 ai 30 anni provenienti dai paesi membri del G20 per discutere le tematiche dell’agenda del forum. All’assise internazionale, il movimento presenta la propria posizione su un particolare tema di importanza globale: il caffè.
Emanuele Dughera, coordinatore della Slow Food Coffee Coalition, interviene durante l’incontro dal titolo Sustainability, inclusion and future of work in the coffee value chain, alle 12,15 di giovedì 22 luglio, raccontando alla platea di giovani partecipanti come costruire una rete basata sulla collaborazione tra tutti i soggetti attivi nella filiera del caffè.
Il caffè è la seconda commodity più commercializzata al mondo dopo il petrolio ed è una fonte di reddito per milioni di contadini del sud del mondo. Si stima che l’agricoltura di piccola scala produca fino al 73% del caffè a livello mondiale, mentre solo il 27% sia prodotto nelle grandi proprietà (Enveritas 2018).
Mentre il caffè ha fino a oggi giocato un ruolo relativamente marginale nel processo di deforestazione globale (se comparato ad altre commodity come l’olio di palma, la soia e l’allevamento intensivo), si prevede sarà il cambiamento climatico a spingere gradualmente la produzione verso nuove aree geografiche, spesso ad altitudini maggiori, minacciando in questo modo le foreste vergini del pianeta e aree cruciali per la conservazione della biodiversità.
Entro il 2050, la domanda di caffè sarà triplicata e questo vorrà dire che saranno necessari altri 10-20 milioni di ettari di terreno: uno scenario devastante sia da un punto di vista ambientale che sociale per le comunità locali (WCR, CI). In altre parole, in 30 anni potremmo non permetterci più il lusso di bere tutto il caffè che abbiamo a disposizione oggi perché tutto il caffè sarà a rischio di estinzione.
La relazione tra la filiera del caffè e il cambiamento climatico è evidente ed è per questo che Slow Food chiede che la produzione agricola e il cibo siano parte della soluzione e non siano più considerate la causa di questa pericolosa deriva. Le risposte ai suoi effetti devastanti non possono più essere posticipate e noi tutti dobbiamo fare parte della soluzione.
Le esperienze di alcuni produttori hanno messo in luce i grandi problemi legati ai cambiamenti climatici, che chiedono un deciso cambio di passo, per non vedere compromesse le loro colture e, sul lungo termine, l’intero settore del caffè. Sono emergenze che chiedono risposte dal mondo politico, soprattutto da parte dei giovani, consapevoli del fatto che, se le cose non cambiano, il loro futuro è compromesso.
Tutti possono esprimere il loro sostegno agli attori della filiera del caffè, firmando il Manifesto della Slow Food Coffee Coalition, una rete aperta che vuole coinvolgere tutti: agricoltori, trader, torrefattori, baristi, ristoratori, esperti di settore, istituzioni pubbliche, grandi aziende, appassionati e semplici bevitori di caffè, animati dalla curiosità e dalla voglia di dare un contributo positivo alla causa comune di un caffè buono, pulito e giusto per tutti.