Nella giornata di martedì 20 giugno tutto il mondo e in particolare l’Europa, è rimasta per ore senza Skype, e senza alcuna informazione in merito alle cause del disservizio. A pensar male si fa peccato ma è pur vero che il silenzio non fa che altro che generare dubbi e sospetti, soprattutto se in ballo ci sono i dati personali dei consumatori.
“Gli utenti di Skype devono sapere cosa è successo nella giornata del 20 giugno, quando, praticamente in tutto il mondo, il sistema è andato in down – spiega il Presidente Nazionale U.Di.Con. Denis Nesci – . La nostra preoccupazione è che possa essere stato un attacco hacker e che quindi i dati dei cittadini possano essere in pericolo. Non possiamo permetterci che l’accaduto passi in sordina, dobbiamo sapere se la privacy degli utenti è a rischio o se addirittura sono già stati rubati dati sensibili”. “Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di utenti che hanno ricevuto link al momento del ripristino del servizio che si sono rivelati dei virus, per questo abbiamo immediatamente provveduto a chiedere maggiori informazioni su quanto successo – conclude il Presidente Nesci – vogliamo certezze riguardo la sicurezza della privacy dei cittadini. Se qualcosa è andato storto è bene che si sappia, nascondere un abbaglio del genere rappresenterebbe un doppio autogol da parte di Microsoft che, dal canto suo, deve dare ampie garanzie sulla riservatezza dei dati degli utenti”